
C’è Ricky Martin, cantante portoricano di fama mondiale, e ci sono due bambini gemelli, Matteo e Valentino nati nel 2008. La mamma no, perché i piccoli sono nati da una madre surrogata, scelta in un catalogo.
Ricky, omosessuale dichiarato con una relazione stabile con il finanziere Carlos González Abella , non ricorda il momento in cui si è innamorato della madre dei suoi figli. Non ha ricordi del corteggiamento, del matrimonio né del concepimento. Quello che ricorda è la scelta tra foto diverse, un elenco di donne disposte a mettere al mondo figli che non saranno più loro: «Dal momento in cui mi sono messo al computer e ho digitato “maternità surrogata” al momento in cui ho avuto i miei bambini in braccio, è trascorso un anno. Ci sono agenzie attraverso le quali puoi consultare i profili di molte donne. Ti siedi, leggi e cominci a riflettere: “Forse voglio una donna latina come me, con un buon livello d’istruzione, alta, ma non troppo…” E’ un procedimento lungo». Questo disse a Vanity Fair il cantante, spiegando il motivo della scelta «Alla fine non sai neanche tu perché, di fronte a una fotografia e a una descrizione, pensi: “Questa è la madre di mio figlio”. Succede». La decisione quella di ricorrere all’utero in affitto piuttosto che all’adozione aveva fatto scalpore, ma il cantante ha la risposta facile: “Ci ho pensato all’adozione – disse all’epoca Ricky Martin – ma era un processo troppo lungo. Una mamma surrogata era la soluzione più veloce”.
Dichiarazioni che non mancarono di suscitate polemiche, soprattutto in America Latina. Oscar Andre Rodriguez, cardinale dell’Honduras, disse che quello che aveva fatto Martin “andava contro la dignità umana”. Il cantante fu criticato pubblicamente anche da Esteban Arce, conduttore del programma messicano “Matutino Express” che disse in diretta tv: “Non penso sia giusto negare ad un figlio la figura materna, soltanto perché Martin ha un ego spropositato”. Ricky Martin non gli diede alcun peso. Così Matteo e Valentino crescono si guardano intorno, si pongono domande fino a quando un giorno Ricky si è sentito dire “Papà, io ero nella tua pancia?” ma, a sentire lui, non si è perso d’animo: “Tu eri nel mio cuore e ancora sei nel mio cuore” ha risposto Ricky. Troppo poco per il figlio che ha continuato a chiedere. E allora lui ha detto : “C’era una donna, che adoro con tutto il mio cuore, che mi ha aiutato a farti venire al mondo. È stata lei a prestarmi la sua pancia per permetterti di nascere e appena sei venuto alla luce ti ha messo tra le mie braccia”. Per Ricky questa è stata la risposta che ha sciolto ogni nodo, ha dissipato ogni incertezza. Nessun desiderio di vedere la madre, nessun’altra domanda da parte del figlio. Tutto semplice, si gira pagina, come in un catalogo. “Dopo aver ascoltato la spiegazione mio figlio ha detto: ‘Ah, ok’ e si è rimesso a giocare” ha raccontato il cantante, che non ha nascosto di voler ripetere l’esperienza “Mi verrebbe da dire cinque, ma devo essere responsabile e aspettare di capire che cosa sia meglio per tutti. Magari tre è il numero perfetto, e forse la prossima volta si tratterà di un’adozione”. Potrebbero essere altri maschi oppure femmine “Potrei volere una bimba – ha detto in un’altra occasione – forse non una, ma quattro! Mi sono imbarcato in questo progetto di mettere su famiglia e ne avrò per molto tempo. Voglio rumore e caos nella mia casa”. Caos che forse è già nella mente e nel cuore di Matteo e Valentino. Se solo Ricky, il cantante, la smettesse d’intonare la sua canzone sulla “famiglia felice” e provasse ad ascoltare.
Armando Del Bello