
Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco parlando al giornale tedesco Welt am Sonntag è tornato sulla questione acquisto titoli di Stato da parte della Banca centrale europea. Un tema sul quale i tedeschi sono particolarmente sensibili, stante la loro fiera politica di austerity fortemente contraria a qualunque operazione economico-finanziria espansiva. Nell’intervista all’edizione domenicale del quotidiano Die Welt, Visco ha detto: “in Consiglio direttivo (della Bce, ndr) stiamo discutendo diverse possibilità”, tra le misure da adottare per contrastare il periodo troppo prolungato di bassa inflazione in Eurozona. Tra queste “possibilità”, ha spiegato Visco, c’è “anche l’acquisto di titoli, come i corporate bonds. Ma questo mercato non è molto spesso e vi si finanziano soprattutto i grandi gruppi, che già ora trovano liquidità a prezzi molto favorevoli”.
“L’acquisto di titoli di Stato è lo strumento più efficace in questa situazione“, ha detto chiaramente il governatore della Banca d’Italia. Un’affermazione che molti in Germania non gradiranno, a cominciare dall’omologo di Visco, quel Jens Weidmann presidente della Bundesbank che a più riprese si è opposto all’acquisto dei titoli di Stato dei Paesi europei da parte della Bce. Un’operazione che, tuttavia, appare come sempre più probabile, come è emerso dalle ultime dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi. Il cosiddetto “quantitative easing”, come l’operazione è chiamata in inglese, è dunque sempre più vicino, anche se rimangono ancora incertezze sulla sua effettiva portata. Per saperne di più occorrerà aspettare la decisione del Consiglio direttivo della Bce, in occasione della riunione del Consiglio direttivo in programma per il 22 gennaio. Nel frattempo c’è anche il problema delle elezioni anticipate in Grecia, il 25 gennaio, con la probabile vittoria della sinistra radicale Syriza e del suo leader Alexis Tsipras che chiede una revisione degli accordi con la troika Ue-Bce-Fmi e una ristrutturazione del debito pubblico greco. Proprio in ragione di questo ulteriore elemento destabilizzante, la Bce potrebbe rinviare il quantitative easing dopo la data delle elezioni greche. Ma lo sapremo solo il 22 gennaio prossimo. Nel frattempo, la Bce ha messo in guardia la Grecia sul rispetto degli accordi stretti con i creditori internazionali in cambio degli aiuti finanziari e sulla necessità per il governo greco di stringere un nuovo accordo con la troika.
Nel frattempo, l’Eurozona è caduta in deflazione, con l’indice dei prezzi al consumo di novembre caduto a -0,2%, come ha certificato negli ultimi giorni Eurostat. Un calo dell’inflazione si è poi avuto anche in Germania, dove è stato registrato un tasso dello 0,1%, sotto le attese. Draghi del resto aveva già messo più volte in guardia i governi europei sul rischio di inflazione troppo bassa e di deflazione, che rappresentano una minaccia per la stabilità dei prezzi dell’Eurozona. L’obiettivo dell’inflazione fissato dalla Bce è del 2%, decisamente al di sopra della situazione attuale. Chissà se sarà sufficiente a convincere i tedeschi ad adottare finalmente quelle misure di politica economico-monetaria espansiva per ridare fiato alla stagnate economia europea.
V.B.