I soldi non fanno la felicità, ma sicuramente ci aiutano a vivere meglio. Ad affermalo è Sonja Lyubomirsky, della University of California, Riverside, che sostiene che i beni materiali, pertanto anche i soldi, danno la felicità, ma non in senso assoluto.
Da un suo studio è nato da un principio ben preciso, cioè vale a dire: per apprezzare le cose e massimizzare la felicità, servono novità e sorpresa, ma soprattutto privazione: ad esempio, se vi staccate per un paio di giorni dal vostro smartphone nuovo di zecca, magari prestandolo a qualcuno, proverete più piacere nel riaverlo e ricominciare a usarlo. E magari, su quella scala dell’edonismo, avrete sceso un gradino. E’ chiaro?
Un altro punto importante nell’analisi del legame tra denaro e felicità, riguarda una variabile il cui prezzo è spesso non quantificabile cioè vale a dire il tempo. Se volete essere felici, raccomanda Elizabeth Dunn, professore associato di psicologia alla University of British Columbia, “usate i soldi per comprare meglio il vostro tempo. Non comprate una macchina più lussuosa per avere sedili riscaldati durante il vostro viaggio quotidiano di due ore verso il lavoro. Comprate una casa più vicina al lavoro, cosicché possiate usare quell’ora di luce in più per giocare nel parco con i vostri figli”. Quello del pendolarismo, in effetti, è un aspetto da non sottovalutare: uno studio del 2004 di Alois Stutzer e Bruno Frey, della University of Zurich, ha mostrato che servirebbe un aumento di stipendio del 40% per compensare l’infelicità causata da un’ora di spostamenti pendolari ogni giorno.
Ma torniamo ai soldi veri e propri. Siamo sicuri che diano la felicità? E se si quale felicità? Secondo gli psicologi, ci sono due componenti fondamentali che concorrono a costituire il nostro starbene: La prima è di tipo valutativo, ovvero, spiega Lyubomirsky, “la sensazione che la propria vita sia buona: siete soddisfatti e procedete verso i vostri obiettivi”. La seconda è quella affettiva, che misura quanto spesso si provano emozioni positive, come gioia, affetto o tranquillità, rispetto a quelle negative.
L’aspetto valutativo è quello che in molti guardano con attenzione, infatti dallo studio è emerso che questo aspetto, naturalmente, è proporzionale al reddito e secondo i calcoli di Daniel Kahneman e Angus Deaton, della Princeton University), la “felicità” economica si aggirerebbe intorno ai 75mila dollari l’anno. Siete d’accordo?
Giovanni Remigare