La Banca d’Italia taglia le previsioni sul Pil 2015

La sede della Banca d'Italia (Getty Images)
La sede della Banca d’Italia (Getty Images)

Una “crescita modesta” nel 2015 per il Pil Italiano, lo dice la Banca d’Italia che ha tagliato le proprie stime sul prodotto interno italiano di quest’anno. Lo scorso luglio la previsione era stata del +1,3%, ancora ottimistica, ma smentita dalla flessione che l’economia ha avuto nell’estate. Ora, il dato corretto da Via Nazionale è una stima di crescita del +0,4% per il Pil nel 2015. Ancora più bassa di quella dell’Istat, che è al +0,5%. Per il 2016, Bankitalia stima un Pil a +1,2%.

La nuova stima sul Pil 2015 è contenuta nel bollettino economico di Bankitalia, in cui su legge che “resta ampia l’incertezza” per l’economia italiana e che “cruciale sarà l’intensità della ripresa degli investimenti“.

Inoltre la Banca d’Italia stima un’inflazione negativa per il 2015, pari al -0,2%. Il calo dell’indice dei prezzi al consumo sarà determinato soprattutto dal calo del prezzo del petrolio, in discesa da mesi. L’inflazione rimarrà comunque bassa anche nel 2016, sotto all’1%, con una previsione del +0,7%.

Al di là della necessità di investimenti, per l’Italia rimane importante perseguire politiche economiche di consolidamento del bilancio, sottolinea Bankitalia, secondo la quale la Legge di Stabilità varata dal governo ha adeguato il ritmo dell’azione di risanamento dei conti pubblici al quadro congiunturale. Ovvero, il risanamento ha tenuto conto delle mutate e più difficili condizioni economiche e “ciò contribuisce a evitare un prolungamento della fase recessiva”, ha sottolineato nel suo bollettino Bankitalia. La legge di stabilità, prosegue l’istituto, contiene alcune misure economiche espansive, come le misure di sostegno alle famiglie e la riduzione del cuneo fiscale a carico delle imprese, che avrebbero un impatto positivo sul Pil pari a circa lo 0,8 per cento nel biennio 2015-16, stima la Banca d’Italia. Si precisa, comunque, che le coperture “le coperture previste sottrarrebbero quasi 0,6 punti percentuali di prodotto. L’effetto potrà essere più accentuato se gli interventi saranno percepiti da famiglie e imprese come parte di un orientamento duraturo della politica economica“, precisa Bankitalia. Nel biennio 2015-2016, l’economia italiana “verrebbe sostenuta dall’orientamento espansivo della politica monetaria (della Bce, ndr) e dalle misure disposte nella legge di Stabilità, che riducono il cuneo fiscale”. L’economia italiana, aggiunge Bankitalia, “beneficerebbe inoltre della graduale accelerazione degli scambi internazionali, del deprezzamento del cambio (dell’euro, ndr) e della flessione del prezzo del petrolio”. Le misure “aggressive di sostegno monetario” da parte della Banca centrale europea, potrebbero far crescere dello 0,5% il Pil sia italiano che dell’Eurozona nel biennio 22015-2016, afferma Bankitalia. Questo avverrebbe grazie alle misure di cosiddetto quantitative easing, più volte annunciate nei mesi scorsi da Draghi e dalla Bce, e che finalmente starebbero per essere concretamente attuate. A proposito di quantitative easing, la Banca d’Italia scrive nel suo bollettino: “Un’espansione del bilancio dell’Eurosistema, che si riflettesse in una riduzione dei tassi di interesse sui titoli di Stato a più lungo termine pari a 50 punti base e in un deprezzamento dell’euro del 5 per cento, si tradurrebbe in un livello del Pil più elevato di circa mezzo punto percentuale nel biennio 2015-16, sia in Italia sia nel complesso dell’area; l’inflazione risulterebbe più alta di due-tre decimi di punto in ciascun anno”.

Il problema più grave per la nostra economia e per la ripresa della crescita resta però quello della disoccupazione, salita a novembre al 13,4% e ancora in previsione di aumentare, secondo l’Istat. La stessa Banca d’Italia riconosce che la ripresa dell’occupazione rimane fragile e nel bollettino economico scrive che nonostante “nei mesi estivi del 2014 il numero di occupati sia aumentato, seppur lievemente”, “le aspettative delle imprese circa l’evoluzione della domanda di lavoro nei primi mesi del 2015 continuano a essere negative”.

I consumi, comunque, sarebbero in graduale ripresa per la Banca d’Italia, che segnala un dato positivo già a partire dal terzo trimestre 2014 e che proseguirebbe nel prossimo biennio, con un +0,9% sia nel 2015 che nel 2016. Nel bollettino economico si legge che “i consumi acquisirebbero gradualmente vigore, per effetto della ripresa del reddito disponibile in parte connessa con le misure inserite nella legge di stabilità per sostenere i redditi medio-bassi” (ovvero il cosiddetto bonus da 80 euro). Secondo Bankitalia i consumi delle famiglie sarebbero cresciuti dello 0,3% nel 2014, per quest’anno si stima un incremento dello 0,9% così come per l’anno prossimo.

A livello internazionale, sostiene Bankitalia, il calo del prezzo del petrolio può sostenere la crescita, ma rimane l’incertezza per l’economia mondiale, dovuta alla debolezza dell’Eurozona e del Giappone, cui si aggiunge il rallentamento della Cina. Inoltre, “rischi per l’attività economica possono derivare dal riacutizzarsi di tensioni sui mercati finanziari internazionali, per il peggioramento della situazione politica in Grecia e della crisi in Russia, nonché per l’indebolimento della congiuntura nelle economie emergenti”, sottolinea la Banca d’Italia nel suo bollettino.

La stima del Prodotto interno lordo italiano da parte della Banca d’Italia è sostanzialmente sugli stessi livelli di quelle degli enti internazionali, come la Commissione Europea che per l’Italia prevede un +0,6% nel 2015 e un +1,1% nel 2016, il Fondo monetario internazionale che stima un +0,8% nel 2015 e un +1,3% nel 2016 (previsione dello scorso autunno, che forse verrà rivista) e l’Ocse, con la previsione più pessimista: +0,2% nel 2015 e +1% nel 2016.

Nel frattempo, si attendono le misure della Banca centrale europea per far riprendere inflazione e crescita nella stagnante Eurozona.

V.B.