
Si fa davvero molto difficile la situazione per 71 dipendenti della Lega Nord per i quali è stata avviata una procedura di licenziamento collettivo: al tavolo convocato al ministero del Lavoro le posizioni tra il partito federalista e i sindacati, rappresentati da Rsa Filcams Cgil e Rsa UILTuCS, sono molto distanti, come sottolineato in una nota in cui si denuncia che “le richieste sindacali sono state sostanzialmente ancora rigettate dalla Lega Nord” che “non ha di fatto manifestato alcuna disponibilità sostanziale a modificare le proprie posizioni, perseverando in un atteggiamento che ostacola di fatto tutte le opzioni mirate a favorire una conclusione equa del negoziato e che offra indifferentemente a tutti i lavoratori adeguate garanzie”.
La Lega invece, in seguito alla “modifica del quadro normativo” con l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti e “la decisione di modificare strutturalmente l’organizzazione del partito” per renderla “più flessibile e basata principalmente sul volontariato e la militanza”, vuole proseguire con il licenziamento collettivo dei lavoratori.
Dall’altra parte, invece, i sindacati propongono di definire un accordo basato sui Contratti di solidarietà o un periodo di Cassa integrazione limitato, non superiore ai tre o quattro mesi, “fino alla definizione e approvazione da parte degli organi federali del nuovo modello di organizzazione, per poi ragionare su come applicare un ammortizzatore sociale coerente con il nuovo modello”. Calendarizzati i prossimi incontri: domani si terrà una assemblea dei dipendenti della Lega Nord, il 28 gennaio le parti si incontreranno tra loro a Milano, mentre il 4 febbraio si terrà un nuovo tavolo al ministero del lavoro.
Lo scorso 12 gennaio, i 71 dipendenti del movimento padano licenziati nelle scorse settimane si sono ritrovati davanti alla sede del Carroccio di via Bellerio, prima dell’inizio di una riunione del Consiglio federale, chiedendo a gran voce di incontrare il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, sostenendo la necessità che venga applicato loro il contratto di solidarietà al posto dei licenziamenti.
Tra loro, Franco Quaglia, iscritto alla Filcams Cgil, pur conservando la tessera della Lega Nord, aveva spiegato il perché avessero deciso di rivolgersi ai sindacati: “Ci siamo convinti a iscriverci al sindacato perché ci è stato detto che la Lega Nord avrebbe licenziato tutti, ci ha detto l’avvocato della multinazionale americana che il Carroccio ha assoldato per licenziarci tutti che noi da fine ottobre avremmo dovuto parlare con i sindacati e non con la dirigenza dei nostri problemi di lavoro”.
GM