Cremona, veleni dopo il corteo: “Non è antifascismo”

Violenze di piazza (getty images)
Violenze di piazza (getty images)

Polemiche dopo il corteo svoltosi sabato scorso a Cremona a quasi una settimana dai violenti scontri avvenuti nella cittadina lombarda a margine della partita di calcio tra la squadra di casa e il Mantova. Agli scontri era seguita quella che a detta degli antagonisti è stata una vera e propria imboscata da parte di attivisti di CasaPound nei pressi del centro sociale Dordoni, che aveva provocato il gravissimo ferimento di Emilio Visigalli, esponente dello spazio sociale, tuttora ricoverato in gravi condizioni per via delle lesioni al capo.

La manifestazione antagonista è stata contrassegnata da un tentato assalto alla sede locale dell’organizzazione di estrema destra, oltre che da diversi danni ad alcune strutture cittadine e in particolare ad alcuni uffici bancari che si trovavano sul percorso. A gettare benzina sul fuoco, ci hanno pensato i 99 Posse, che sul loro profilo Facebook hanno pubblicato una foto con i militanti che erano alla testa del corteo, incordonati, con casco integrale in testa e bastoni in mano, corredata dalla didascalia: “Onore a chi lotta. Più bastoni, meno tastiere”.

La band napoletana, che dovrebbe tenere un live giovedì prossimo al Centro sociale Dordoni, per raccogliere fondi a favore della famiglia del militante gravemente ferito, ha poi citato una frase del compianto presidente della Repubblica, Sandro Pertini: “Con i fascisti non si discute, con ogni mezzo li si combatte. Il fascismo non è una fede politica, come per la Resistenza li ho combattuti e li combatterò sempre”. Poi sul ferimento di Visigali spiegano: “La sua aggressione non ha provocato la stessa indignazione di qualche vetrina di banca rotta. La morte di Dax, Renato, Nicola, Modou Mor e Ciro, nemmeno. Le manifestazioni per la loro morte sono passate sotto silenzio, quando non derubricate a scontro fra opposte fazioni”.

“Non è antifascismo”

“Il neofascismo gode da qualche anno di agibilità politica, ingenti finanziamenti occulti, sostanziale impunità, nel silenzio assordante della politica, dello Stato e della società civile. Gli stessi che oggi si indignano per la manifestazione di Cremona. Gli stessi che una settimana fa non si sono indignati per l’aggressione a Emilio che gli stava costando la vita”, insistono i 99 Posse, che poi in un’intervista a ‘Repubblica’ chiariscono: “Noi non siamo per la violenza, siamo per il diritto alla difesa nei cortei, per l’autodifesa dalle violenze arbitrarie della polizia”.

Non la pensa così il parlamentare Pd, Emanuele Fiano: “A Cremona uomini vestiti di nero, il volto coperto, caschi sul capo e mazze in mano, hanno guidato la manifestazione indetta per il gravissimo ferimento di un uomo negli scontri tra centri sociali e militanti di Casa Pound. Un ferimento condannato con forza da me e da tutto il Pd, che ha presentato un’interrogazione proprio sull’attività del movimento neofascista Casa Pound. Quella manifestazione ha prodotto danni in tutta la città. Ha prodotto scontri con le forze dell’ordine. Quella manifestazione non è l’antifascismo che mi rappresenta e non lo sarà mai”.

Nel frattempo, il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, alla guida di una giunta di centrosinistra, ha dichiarato che farà in modo che il concerto dei 99 Posse non si svolga: “Porteremo la nostra grande preoccupazione e la nostra totale contrarietà rispetto a questo concerto al Comitato della sicurezza, preoccupazioni e contrarietà già espresse alla prefettura e alla questura, a cui competono le valutazioni. Per quanto ci riguarda, noi non rilasceremo alcuna autorizzazione”.

Il primo cittadino sta intanto ricevendo la solidarietà dei sindaci della zona; la sua omologa di Crema, Stefania Bonaldi, ad esempio, nel dimostrare la propria vicinanza, cita una frase di Isaac Asimov: “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”. Per Diego Vairani, sindaco di Soresina, “la violenza è vigliaccheria e figlia dell’ignoranza”.

Critiche nei confronti degli antagonisti che hanno inscenato gli scontri arrivano infine da Rifondazione Comunista: “Alcune dinamiche nazionali e l’accreditamento all’interno di una certa area antagonista conta per i giovani virgulti molto più del rapporto con la città, intesa anche e soprattutto con la pluralità dei mondi e dei percorsi che partiti, circoli,  associazioni e altre organizzazioni rappresentano”.

 

GM