
Buoni auspici sul fronte della crescita. Secondo la Banca d’Italia, grazie al quantitative easing lanciato dalla Bce, in Italia “la crescita nei prossimi mesi sarà significativamente superiore alle ultime previsioni”. Le ultime stime sulla crescita per il nostro Paese risalgono ad una decina di giorni fa, ed erano state riviste in ribasso dall’istituto di Via Nazionale, con un Pil a +0,4% nel 2015 e +1,2% nel 2016. Bankitalia aveva parlato di “crescita modesta” per l’Italia nel 2015.
Ora le cose sembrano cambiare, grazie alla forte immissione di liquidità che la Banca centrale europea metterà in atto dal prossimo marzo con l’acquisto di 60 miliardi di euro al mese di titoli pubblici e privati. Un’operazione mirata a far risalire il tasso di inflazione e a rilanciare la crescita nell’Eurozona. Tra gli altri fattori positivi per la nostra economia ci sono poi il continuo calo del prezzo del petrolio e la svalutazione dell’euro che favorisce le esportazioni.
Fabio Panetta, vicedirettore generale della Banca d’Italia, spiega che “in Italia la congiuntura migliora con lentezza; il rischio di credito è in calo ma rimane elevato“. Secondo il vicedirettore “la disponibilità di credito è in moderato miglioramento e il costo dei finanziamenti è in calo”, tuttavia “il quadro macroeconomico e finanziario resta fragile” e rimane la minaccia delle “tensioni politiche e finanziarie” che possono compromettere “la stabilità dei mercati dell’area euro”. Panetta aggiunge che “andrà valutata con attenzione, anche da noi, l’opportunità di una razionalizzazione degli aiuti pubblici secondo i modelli prevalenti negli altri maggiori Paesi, al fine di accrescere l’efficacia delle misure a sostegno delle Pmi“. Comunque, il funzionario di Bankitalia valuta con favore “le innovazioni messe in campo dal governo” che, dice, “hanno avuto effetti positivi, aumentando le risorse a disposizione delle imprese. I risultati stanno però emergendo con lentezza e non hanno eliminato i vincoli finanziari alle Pmi”, precisa.
“Le misure espansive della Bce – prosegue Panetta -, gli acquisti su larga scala di titoli pubblici decisi nei giorni scorsi sono volti a riportare l’inflazione in linea con l’obiettivo di stabilità dei prezzi“, quello del 2% fissato dalla stessa Bce. “Se accompagnate da progressi nel processo di riforma economica e istituzionale, sia nel nostro Paese, sia nell’area dell’euro, esse contribuiranno in misura significativa al rilancio dell’economia reale“, conclude il vicedirettore generale della Banca d’Italia.
V.B.