Confindustria: con misure Bce e calo petrolio crescita in rialzo

Il logo di Confindustria (Getty Images)
Il logo di Confindustria (Getty Images)

Dopo la Banca d’Italia e il Ministro del Lavoro Poletti, anche il Centro Studi di Confindustria vede rosa sulla crescita italiana nel 2015. Questo che è appena iniziato sarà davvero l’anno della svolta per la nostra economia, che dovrebbe finalmente uscire dalla “lunga e profonda recessione iniziata nel 2008”, secondo il Csc.

Il Centro studi prevede che Pil e occupazione torneranno positivi in questo 2015, che “si sta sempre più annunciando come anno spartiacque“. A contribuire alla svolta saranno soprattutto “minore prezzo del petrolio, euro più debole e calo dei tassi a lunga” scadenza. La valutazione dell’euro e il calo dei tassi di interesse sono favoriti dal piano di quantitative easing lanciato dalla Bce. Con l’acquisto di titoli privati e di Stato per 60 miliardi al mese, da marzo prossimo al settembre 2016, la Banca centrale europea dovrebbe non solo rialzare il tasso di inflazione troppo basso, ma anche dare un nuovo impulso alla crescita (anche se Draghi ha ribadito che l’intervento della Bce non basta, ma servono le riforme dei singoli Paesi europei da realizzare nell’ambito di una vera unione economica, ha raccomandato). Anche una ripresa del commercio mondiale, attesa per quest’anno, contribuirà all’incremento del Pil italiano, secondo il Centro studi di Confindustria.

Tutti questi fattori positivi dovrebbero “alzare il Pil del 2,1% quest’anno e di un altro 2,5% il prossimo“, spiega il Csc nel suo rapporto “Congiuntura Flash”. Ciò va precisato, non significa che il Pil crescerà sopra il 2%, ma che ci sarà una “spinta” di questa portata, come ha spiegato a RaiNews24 il direttore del Csc Luca Paolazzi. Una spinta che dovrà confrontarsi con i problemi che da tempo affliggono l’economia italiana, paragonata da Paolazzi ad “una macchina con le gomme sgonfie”: scarsa produttività e alta disoccupazione, per citarne alcuni.

Il Centro Studi di Confindustria stima poi che il calo dell’occupazione registrato negli ultimi mesi dovrebbe arrestarsi quest’anno, grazie all’inversione di tendenza del Pil. ISecondo il Csc, inoltre, molte imprese potrebbero aver rimandato le assunzioni di personale in attesa del completamento della normativa del Jobs Act con i decreti attuativi che il governo sta preparando. Le attese sul 2015 rimangono comunque positive.

V.B.