Boko Haram perde posizioni in Nigeria

Kerry Jonathan Boko Haram
John Kerry e Goodluck Jonathan (Philip Ojisua/Getty Images)

Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha annunciato che la città di Michika, nel nord-est del Paese, è stata sottratta al controllo di Boko Haram “grazie alle coraggiose forze delle truppe dell’esercito regolare”. Secondo il presidente sarebbero stati liberati numerosi altri villaggi sotto il dominio del gruppo estremista islamico. La situazione nel Paese africano resta però decisamente controversa. Proprio in questi giorni, Amnesty International, organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, ha mosso dure accuse contro il governo di Jonathan. Secondo la Ong, il governo avrebbe potuto evitare le stragi compiute da Boko Haram a Baga e a Monguno perché sapeva che gli estremisti islamici avrebbero colpito, ma non prese misure adeguate per proteggere la popolazione civile. Negli attacchi morirono oltre 2mila persone. Come si può leggere anche sul sito di Amnesty Italia, “le autorità nigeriane hanno la responsabilità di adottare tutte le misure possibili per proteggere la popolazione civile, anche favorendo l’evacuazione di coloro che vogliono lasciare un territorio e trasferendoli in un luogo più sicuro. Hanno anche la responsabilità di informare i cittadini sui rischi e sui pericoli incombenti”. Secondo testimoni locali, i militari locali non hanno neanche provato a farlo.

D’altronde, il presidente Jonathan non eccelle in trasparenza; è un personaggio di difficile affidamento visti gli scarsi risultati nella lotta a Boko Haram durante i 4 anni del suo mandato, e visto anche il dilagante fenomeno della corruzione in settori importanti dell’esercito e degli apparati di sicurezza. Il 14 febbraio prossimo, in Nigeria sono previste le elezioni presidenziali e legislative. E’ per questo che, pochi giorni fa, il segretario di Stato americano, John Kerry, ha fatto visita a Lagos al presidente Jonathan e al suo avversario, l’ex generale musulmano, Muhammudu Buhari. Un copione dal sapore elettorale, con Washington che pare schierarsi dalla parte del presidente cristiano in carica.

CM