Grecia: si inasprisce la trattativa sul debito

Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis (ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)
Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis (ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)

Dopo il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ieri è stata la volta del presidente dell’Eurgruppo (il Consiglio dei ministri dell’Economia e delle Finanze dei Paesi dell’euro) Jeroen Dijsselbloem ad andare in visita ad Atene per incontrare i nuovi esponenti del governo greco. Un incontro che non è stato affatto facile e si è svolto in un clima di tensione. Il neo ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ha detto chiaramente a Dijsselbloem che il nuovo governo di Atene non ha nessuna intenzione di rispettare gli accordi con la troika (Ue-Bce-Fmi).

Il premier Alexis Tsipras e il suo ministro delle Finanze Varoufakis non vogliono assolutamente il ritorno dei funzionari della troika ad Atene per portare a termine il programma di aiuti finanziari, che scade a febbraio, attraverso un nuovo accordo e sono disposti a giocarsi il tutto per tutto anche rifiutando i finanziamenti internazionali di cui il Paese avrebbe bisogno per pagare i titoli del debito greco in scadenza. Un durissimo braccio di ferro con Bruxelles in cui il nuovo governo greco non ne vuole sapere di recedere dalle promesse fatte ai greci in campagna elettorale, neppure per aprire una nuova trattativa con le istituzioni dell’Unione europea per prendere tempo. Quasi una sfida alla roulette russa con Bruxelles e i mercati, che questi giorni hanno fatto registrare il tonfo della Borsa di Atene, e in cui proprio i russi hanno deciso di entrare in gioco offrendo il proprio aiuto alla Grecia. anche se non si sa bene come, dato che anche la Russia con il crollo del rublo non se la passa tanto bene.

Senza aiuti finanziari internazionali la Grecia rischia di terminare la propria liquidità a metà anno e tra luglio e agosto prossimi deve restituire alla Bce sei miliardi di euro. Se il governo di Atene rifiuta il ritorno della troika per concordare la concessione dell’ultima tranche di aiuti finanziari, nemmeno il programma in corso sarà ultimato. Tra le altre conseguenze ci sarebbe anche l’esclusione dal piano di quantitative easing della Bce, come del resto Draghi era stato chiaro nell’annunciare il programma di politica monetaria espansiva.

L’incontro di ieri tra Dijsselbloem e Varoufakis è stato all’insegna della tensione, palese nella conferenza stampa dei due che a malapena si guardavano in volto. Il ministro delle Finanze greco è stato netto: “Non ho alcuna intenzione di collaborare con i funzionari della Troika per l’estensione del programma di salvataggio” ha detto. Ma il presidente dell’Eurogruppo è altrettanto chiaro a sua volta: “Ignorare i compromessi già fatti non è la strada da seguire”, ha risposto. La strategia del governo Tsipras sembrerebbe quella di negoziare una soluzione per il debito greco attraverso canali diversi da quelli utilizzati finora, senza interventi della troika. Tra le proposte di Atene ci sarebbero quelle di una moratoria di cinque anni per il pagamento del debito, l’eliminazione dell’obbligo di avanzo primario e la convocazione di una conferenza internazionale sul debito europeo. Dijsselbloem però lo ha escluso subito: “Dovete capire – ha spiegato –  che questo luogo dove negoziare esiste e si chiama Eurogruppo“. Quindi il presidente dell’Eurogruppo ha messo in guardia il governo greco sul ricorso ad “azioni unilaterali”, che avrebbero come conseguenza l’interruzione del dialogo con Bruxelles. E’ importante che la Grecia “non mandi perduto tutto quello che è stato raggiunto negli ultimi anni”, ha sottolineato Dijsselbloem. “I greci hanno pagato un prezzo carissimo alla crisi, sarebbe un peccato buttare tutto all’aria ora”, ha aggiunto.

Varoufakis ha ribadito che la Grecia rifiuta l’austerità e pertanto non può accettare l’estensione di un programma di aiuti e riforme basato proprio su quella. Dijsselbloem ha avvertito che spetta al governo greco decidere cosa fare e ha lasciato la conferenza stampa dando le spalle al ministro greco subito dopo la stretta di mano.

Mentre Atene va allo scontro con Bruxelles, il presidente dell’Europarlamento, che in un primo momento aveva ostentato ottimismo sulle possibilità di raggiungere un compromesso con Schaeuble, ha rinnovato le proprie preoccupazioni e ha messo in guardia Atene: “Non rispettando le condizioni trattate con la troika Tsipras mette il suo Paese in pericolo“, ha detto Schulz. “Gli elettori greci devono essere realistici. Le promesse elettorali vengono mantenute raramente e non ci sono elefanti rosa che sanno suonare la tromba“.

Nel frattempo, sulla ristrutturazione del debito greco è arrivato anche il no del Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che ha definito “un divorzio dalla realtà” l’ipotesi del taglio o della svalutazione del debito greco. “Siamo difficili da ricattare”, è stato l’avvertimento di Schaeuble a Tsipras. La Germania è favorevole sono ad un prolungamento del programma di aiuti ad Atene e purché sia “collegato a una chiara disponibilità a realizzare le riforme concordate“. Per ora quindi è muro contro muro.

Dobbiamo aiutare la Grecia a uscire dalla crisi che sta fronteggiando, ma la Grecia deve rispettare i suoi impegni, così lavora l’Unione europea“, ha ribadito dal canto suo il Primo Ministro francese Manuel Valls.

V.B.