Charlie Hebdo sospende le pubblicazioni

Charlie Hebdo sospende le pubblicazioni
Una mostra dedicata a Charlie Hebdo (Pierre Duffour/Getty Images)

Charlie Hebdo, la rivista satirica francese dove il 7 gennaio scorso i fratelli Kouachi fecero irruzione compiendo una strage, sospende le pubblicazioni. Il settimanale non è andato in edicola mercoledì scorso e non sarà in edicola né il 4 né l’11 febbraio come si era detto in un primo tempo. Per il numero 1.180 del settimanale bisognerà attendere. Non esiste al momento una data di ripresa delle pubblicazioni ha detto Anne Hommel, responsabile della comunicazione della rivista, che ha parlato di un problema di stress e stanchezza dopo gli eventi di gennaio.

La conferma giunge due giorni le prime indiscrezioni da parte di Libération. I redattori sono molti provati, ha spiegato la Hommel, dalla morte del direttore Charab e di altri tre vignettisti e dalla fatica di tornare a pubblicare in condizioni estremamente difficili il numero dopo la strage. “Dobbiamo stare a casa: abbiamo bisogno di raccoglierci. E’ il momento di riflettere individualmente e collettivamente” ha detto Gérard Biard, caporedattore di Charlie ed ha spiegato le priorità “per prima cosa c’è quello che ognuno ha voglia di fare per sé e poi c’è quello che abbiamo voglia di fare per il giornale”. La redazione giura che “Charlie Hebdo continuerà”. Per Christophe Thévenet, avvocato della rivista, la redazione ha “bisogno di tempo. Faranno il prossimo numero quando saranno in grado di farlo”. Dopo l’eccidio Charlie diede alla stampe il numero 1.179 in edicola il 14 gennaio. La copertina, ormai famosa, ritraeva ancora una volta Maometto, questa volta piangente con la scritta ‘Je suis Charlie-Tout est pardonné‘ e superò ogni precedente di vendita: 7 milioni di copie con il numero degli abbonamenti che passava da 10 mila ad 80 mila. L’immediata ripresa dell’attività di redazione fu possibile grazie anche a Libération, che mise a disposizione dei redattori alcuni locali della sua sede, e di Le Monde che aveva provveduto ai computer. Nelle edicole saranno distribuite altre 300mila copie dell’edizione post 7 gennaio.

Più della Hommel è l’avvocato Thévenet che ha parlato a nome del giornale. Charlie dovrà decidere quanto tempo rimanere nei locali di Libération. Ma soprattutto, ha spiegato Thévenet bisognerà pensare a come gestire i finanziamenti destinati alla rivista dopo l’eccidio, una cifra che si avvicina ai 2 milioni di euro. Ci sono inoltre gli introiti derivanti dall’eccezionale tiratura dell’ultima edizione e dai nuovi abbonamenti. Soldi che andranno al giornale, alle famiglie delle 17 vittime e ad un “fondo di dotazione per aiutare i giornali satirici nel mondo: sarà un lavoro di lungo corso per creare moltri altri Charlie Hebdo nel mondo, per aiutare i cugini di altri Paesi. E’ la migliore risposta possibile”. I problemi economici di Charlie prima della strage sembrano comunque superati. “E’ sicuro che tutto questo da molta visibilità – ha spiegato Thévenet – oggi, il giornale ha i mezzi per continuare. Spetta ai redattori organizzarsi. Bisogna superare il trauma, misurare lo sforzo di ripubblicare il giornale tre giorni dopo l’attentato. Piangevano disegnando” ha detto il legale Thévenet “Nessuno può uscire indenne da una cosa così. Prima ancora di giornalisti e vignettisti si tratta di uomini e donne”.

Armando Del Bello