
Niente austerità né per i cittadini greci, né per quelli europei in genere. E’ quanto ha ribadito ieri il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis nel suo incontro a Parigi con l’omologo francese Michel Sapin. Varoufakis ha però tenuto a precisare che “l’euro è irrevocabile” e che dunque il nuovo governo di Atene non ha nessuna intenzione di abbandonare la moneta unica europea, ma di restare dentro l’Eurozona con regole diverse. “L’euro è e deve essere irrevocabile per tutti i suoi Paesi membri, non solo perché lo dicono i trattati ma perché altrimenti non ci può essere davvero una moneta unica“, ha detto il ministro greco nella conferenza stampa che è seguita al vertice con Sapin.
Riguardo al debito della Grecia, di cui il governo Tsipras chiede una riduzione agli altri Paesi europei, Varoufakis ha voluto precisare: “Vogliamo minimizzare l’impatto su partner, e questo si può fare solo sostenendo la Grecia nel suo voler voltare pagina, in modo che possa ripartire e poi potersi permettere di ripagare tutto con gli interessi“. Il governo greco, dunque, sembra voler onorare i suoi impegni ma chiede alla Ue maggiore flessibilità. Il ministro ha poi spiegato che il nuovo governo di Atene vuole “riformare la Grecia, con impegno“, nell’ambito di “un cambiamento dell’Europa che interrompa il circolo vizioso che si autoalimenta del debito e della deflazione“. Secondo Varoufakis la crisi che sta attraversando la Grecia sarebbe stata provocata dai troppi soldi che la troika avrebbe dato ad Atene per scongiurare il default tra il 2010 ed il 2102. Soldi che oggi rappresentano un buco nero di debito insostenibile per il Paese.
Dal canto suo, il ministro delle Finanze francese Michel Sapin ha ribadito che “la Grecia è nell’euro e resterà nell’euro“. Sapin ha sottolineato che sia la Grecia che tutta l’Europa hanno hanno “bisogno di crescita“, quindi di “investimenti”, senza i quali “non è possibile ritrovare” un’attività economica prospera. Quindi il ministro francese ha promesso l’impegno della Francia a collaborare affinché venga raggiunto un accordo tra il nuovo governo della Grecia e le istituzioni europee. Parigi ha “una volontà di amicizia, di accompagnamento, di trait d’union, perché la Grecia, che ha appena cambiato governo, abbia successo”, ha aggiunto.- “E’ indispensabile per la Grecia e per l’Europa”, ha detto ancora Sapint, “che si stabilisca un dialogo, con tutte le istituzioni competenti, perché la Grecia ritrovi la speranza, e perché l’Europa ritrovi la Grecia in seno all’unione, per tutta la durata che l’euro avrà”.
Si è trattato dunque di un incontro cordiale e di buon auspicio, senza quelle tensioni che hanno accompagnato invece il bilaterale di venerdì scorso ad Atene tra il ministro delle Finanze greco e il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Per Varoufakis si apre ora il giro degli incontri europei. Il ministro greco si recherà a Londra, Roma, Berlino e Francoforte, qui incontrerà rappresentanti della Banca centrale europea.
Nel frattempo, in vista dell’incontro di domani a Roma tra il neo premier greco Alexis Tsipras e Matteo Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkl ha chiamato il presidente del Consiglio italiano. Si è trattato di lungo colloquio telefonico, stando a quanto riferiscono le agenzie di stampa. L’occasione della telefonata da parte della cancelliera tedesca è stata l’elezione di Sergio Mattarella a nuovo Presidente della Repubblica. Merkel si è congratulata con Renzi, ma poi, stando a quanto si apprende, al centro del colloquio ci sarebbe stata soprattutto la situazione europea con il nuovo corso del governo greco e le possibili conseguenze sull’intera Unione europea. Renzi avrebbe tranquillizzato la cancelliera tedesca, in vista dell’incontro con Tsipras. Sabato scorso, in un’intervista all’Hamburger Abendblatt, Angela Merkel aveva escluso categoricamente una cancellazione del debito nei confronti di Atene.
Nel frattempo, nella situazione greca è intervenuto anche il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che senza mezzi termini, mentre in Europa era notte fonda, ha dichiarato: “Non si può continuare a spremere Paesi in piena recessione. A un certo punto serve una strategia di crescita perché possano pagare i loro debiti ed eliminare una parte del loro deficit. E’ molto difficile avviare questi cambiamenti se gli standard di vita cadono del 25%, alla lunga il sistema politico e la società non riescono a sostenerlo”, ha sottolineato il presidente Usa. Obama ha quindi auspicato che la Grecia resti nell’euro e allo stesso tempo ha avvertito la Ue che serviranno “compromessi da tutte le parti”. L’esperienza degli Stati Uniti ha aggiunto Obama insegna che “la strada migliore per ridurre il deficit e mettere ordine nei bilanci è crescere“. Parole tranchant che non piaceranno probabilmente alla Merkel e ai fautori dell’austerity, ma che si accompagnano alle recenti dichiarazioni del governatore della Bank of England Marck Carney, che anche lui, senza mezze parole, ha avvertito l’Europa che il tempo dell’austerità è finito e che bisogna tornare a crescere, soprattutto con investimenti pubblici. Perché si si potrebbe chiedere queste “invasioni di campo” di Stati Uniti e Bank of England nelle questioni economiche europee? Semplice, perché in tempi di globalizzazione la prolungata stagnazione economica dell’Eurozona danneggia anche gli altri Paesi e crea instabilità nell’economia mondiale. La ripresa dell’Eurozona è importante anche per Stati Uniti e Regno Unito, come ha sottolineato il governatore della Bank of England. Dopo gli avvertimenti di Ocse, Fmi e anche dei Paesi in via di sviluppo all’ultimo G20 in Australia, c’è chi comincia a perdere la pazienza.
V.B.