
Il Patto del Nazareno, dopo aver scricchiolato varie volte, da oggi non c’è più: questo l’esito sancito dall’Ufficio di Presidenza di Forza Italia, secondo cui da oggi il partito ‘azzurro’ è libero “di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo politico derivante dagli accordi che hanno fin qui guidato, nello spirito e negli obiettivi, un percorso comune e condiviso che oggi è stato fatto venir meno dalla nostra controparte”.
“Resta profonda la nostra convinzione, espressa fin dalla fondazione del nostro movimento politico, della necessità di modificare il funzionamento dello Stato per renderlo efficiente e governabile”, sottolinea la nota degli azzurri, spiegando inoltre: “Da opposizione responsabile, quale siamo sempre stati, voteremo solo ciò che riterremo condivisibile per il bene del Paese, senza pregiudizi, come peraltro abbiamo fatto sino ad oggi”.
L’Ufficio di Presidenza ha chiesto quindi “ai Gruppi Parlamentari di valutare, nel prosieguo del cammino di approvazione delle leggi di riforma che fino ad oggi ci hanno visto impegnati in un sostegno generalizzato, le modalità di attuazione di quanto sopra espresso”. A pesare in maniera determinante l’elezione del nuovo Capo dello Stato: “Denunciamo il metodo scelto dal Partito Democratico per arrivare alla designazione del candidato Presidente“.
Sottolinea Forza Italia: “La stima e il rispetto, umano e politico, per la persona designata, non possono farci velo nel giudicare inaccettabili le modalità adottate nella trattativa tra le forze politiche dal partito di maggioranza relativa. Modalità che hanno sconfessato quel principio di condivisione delle scelte istituzionali, elemento fondante del patto sulle riforme da noi sempre onorato”.
Concetti ribaditi dal consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti, al termine della riunione: “Riteniamo rotto il patto del Nazareno, non ci sentiamo più legati nella condivisione totale del percorso delle riforme perché è venuto meno un presupposto fondamentale: la scelta comune del presidente della Repubblica. Non faremo comunque i kamikaze, la legge elettorale e la fine del bicameralismo sono fondamentali per questo Paese, ma non ci sentiamo di dover votare tutto per forza”.
Le reazioni del Pd
Non si è fatta attendere la reazione del Partito Democratico, affidata alla vice di Renzi in segreteria nazionale, Debora Serracchiani: “Se il patto del Nazareno è finito, meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio”. Alle sue parole, fanno eco quelle di Alessia Rotta, responsabile comunicazione del partito: “Giudicheranno gli italiani tra chi rinuncia a patto per il cambiamento e chi lavora per il bene del Paese”.
“La strada delle riforme è in corso e mai come in questo frangente vicina a raggiungere dei risultati epocali per il nostro Paese. Sarebbe incomprensibile se si dovesse interrompere per ragioni di regolazioni interne di conti, di questo o di quel Partito”, sottolinea Chiara Braga, responsabile ambiente del Pd, aggiungendo: “Le parole di ieri del Presidente Mattarella non fanno che rafforzare questa convinzione, certi di avere in lui un arbitro imparziale e rigoroso, e affidano a tutte le forze politiche la responsabilità di continuare a lavorare in questo senso”.
Infine, l’eurodeputata Simona Bonafé: “Non c’è più patto del Nazareno? Contenti loro, contenti tutti. Berlusconi rinuncia a incidere sul futuro del paese, problema tutto suo e dei suoi illuminati strateghi. Faremo le riforme e ci vedremo al referendum: lì gli italiani decideranno se stare con noi o con Toti e Brunetta”.
GM