Danno erariale, assolto Matteo Renzi

Matteo Renzi (Getty images)
Matteo Renzi (Getty images)

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è stato assolto nelle scorse ore in Appello dalla condanna comminata in primo grado dalla Corte dei Conti con l’accusa di danno erariale. Viene dunque rovesciata la sentenza che riguardava l’inquadramento di quattro persone nelo staff dell’attuale premier all’epoca della sua presidenza della Provincia, nel quinquennio 2004-2009. Renzi venne condannato nel 2011 a 50mila euro di multa, di cui 14mila a suo carico, per un danno erariale quantificato dalla Procura contabile in 2 milioni e 155mila euro.

L’annuncio dell’assoluzione è stato dato dallo stesso Renzi nel contenuto dell’e-news spedita ieri: “Chi riceve da anni l’e-news conosce la mia amarezza quando qualche anno fa vi ho dovuto annunciare che la Corte dei Conti mi aveva condannato a pagare 14mila euro per un atto amministrativo della Provincia di Firenze. Ho subito su questo attacchi, sui media, cartelloni e sceneggiate del M5S in Parlamento, polemiche politiche violente. Oggi condivido una piccola soddisfazione: l’appello ha annullato la condanna e la verità viene finalmente ristabilita”.

Commentando la sentenza di primo grado, Renzi parlò di “una ricostruzione fantasiosa e originale”, mentre oggi è il suo legale a parlare di “sentenza equilibrata e ragionevole”, sottolineando che “l’assoluzione ricalca i motivi per cui è stato fatto appello; in particolare il fatto che l’inquadramento contrattuale fu ritenuto da Renzi legittimo sulla base di quattro pareri emessi dagli uffici tecnico-amministrativi della Provincia”.

Per Renzi però i guai con la magistratura contabile non sembrano essere finiti: un altro presunto danno erariale stimato tra i 200mila e gli 800mila euro, e ancora legato ad assunzioni non regolari, sempre nel periodo in cui era presidente della Provincia di Firenze, viene contestato infatti al premier. Nello specifico, si tratta dell’assunzione di quattro direttori generali, nonostante la legge ne prevedesse solo uno. Il prossimo 15 luglio, la vicenda arriverà alla Corte dei Conti.

 

GM