
“Deceduto per l’occlusione del bypass e se fosse stato soccorso subito forse Pino Daniele non sarebbe morto. Il cantautore napoletano, spirato nella notte tra il 4 e il 5 gennaio mentre correva verso Roma per essere visitato dal medico di fiducia, poteva essere ancora vivo se non avesse intrapreso il viaggio da Magliano verso il cardiologo.
È questa la prima conclusione, riportata dal Corriere e Repubblica, a cui è arrivato il pm Marcello Monteleone, titolare dell’inchiesta per omicidio colposo sulla morte dell’artista partenopeo.
Dai risultati dell’autopsia quindi è emerso che il malore sarebbe stato provocato dall’ostruzione di uno dei bypass per questa ragione che il pubblico ministero ipotizza che la corsa in auto verso Roma sia stata fatale a Daniele, che era cardiopatico e per questo era stato operato in passato. L’inchiesta è contro ignoti: ora l’indagine dovrò stabilire chi abbia deciso di mettersi in viaggio e non attendere l’ambulanza che era stata chiamata.
La sera del 4 gennaio il cantautore e la compagna Amanda Bonini chiamano il cardiologo di fiducia perché Daniele comincia a stare male. Su consiglio del medico viene chiesto l’intervento dell’ambulanza. Ma Pino Daniele, secondo il racconto della compagna, decide di non aspettare e cercare di raggiungere Roma. Ma le sue condizioni arrivato all’ospedale Sant’Eugenio erano ormai disperate.
MD