
Alla vigilia del nuovo vertice a Minsk, dove le diplomazie tenteranno di porre un freno al precipitare della situazione in Ucraina sono le operazioni militari a tenere banco, insieme a dichiarazioni sempre meno concilianti tra Mosca e Washington. Secondo l’agenzia interfax circa 2.000 soldati si sono spostati nel sud-ovest della Russia. E’ invece Ria Novosti a riferirei di 600 militari russi della Flotta del Mar Nero che avrebbero cominciato delle esercitazioni nella penisola di Crimea. In Ucraina Kiev tenta di salvaguardare Mariupol dall’avanzata dei separatisti. Come Debaltseve a nordest di Donetsk, ormai sotto il controllo dei separatisti, anche la città portuale ha una valenza strategica in quanto affacciata sul mare di Azov, tra le aree controllate dai ribelli e la Crimea, che la Russia ha annesso lo scorso marzo. La presa di Mariupol, dopo Debaltseve, potrebbe portare i filorussi a controllare e soprattutto difendere il territorio senza soluzioni do continuità. Il portavoce dell’esercito ucraino Volodymyr Polyovy ha affermato che “nelle zone del confine di Stato che non sono sotto il nostro controllo arrivano armi, munizioni, carburante dalla Russia, destinati ai ribelli. Vediamo aumentare i carri armati, i veicoli blindati, i lanciarazzi Grad e Uragan nell’area di Debaltseve”.
La guardia nazionale ucraina sta dunque tentando un’offensiva su nella zona sudorientale dell’Ucraina, dove è situata Mariupol. Ma l’offensiva è soprattutto diplomatica e domani a Minsk Germania e Francia tenteranno un altro accordo. Gli Usa continuano a non escludere l’invio di armi all’esercito di Kiev per contrastare le milizie separatisti. Bisogna “essere pronti al peggior scenario” ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev, Ievghen Perebiinis parlando dell’eventualità di un fallimento del vertice di domani. Oggi un consigliere del Cremlino dovrebbe partecipare alla riunione del Gruppo di contatto sull’Ucraina di domani. Sul banco degli imputati, per Kiev e l’Occidente, siede Vladimir Putin che tuttavia non accetta il ruolo di vittima né quello di carnefice. L’atteggiamento di Mosca è ben rappresentato nelle parole del segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev: “Se gli Stati Uniti decideranno di armare l’esercito di Kiev, nel sud-est ucraino ci sarà “un’ulteriore escalation del conflitto”. Secondo il portavoce del Cremlino Dimitry Peskov “inviare armi in Ucraina punta a destabilizzare la situazione: e tutti gli altri progetti di rinforzare le sanzioni, isolarci, di inviare armi, sono tutti passi che, purtroppo, mirano a destabilizzare “. Una risposta alle dichiarazioni di Barack Obama che incontrando la cancelliera tedesca Angela Merkel alla Casa Bianca ho sottolineato ancora una volta la possibilità di un invio di armi in caso di fallimento dell’opzione diplomatica. Peskov ha ribadito quanto già dichiarato da Putin, che ha voluto sottolineare come nell’incontro a Mosca di venerdì tra il presidente russo, Angela Merkel e François Hollande non siano stati dati ultimatum. “Nessuno può usare questi toni con noi” ha avvertito Peskov
ADB