
Intervenendo in Aula a Montecitorio, il deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Affari costituzionali, Francesco Paolo Sisto, ha annunciato le sue dimissioni da relatore del ddl riforme, diretta conseguenza della rottura del Patto del Nazareno: “Con il dolore profondo del giurista (non c’é nulla di più esaltante che scrivere ‘di prima mano’ la Costituzione per chi é nato fra i codici), ma con la coerenza dell’appartenenza (e Dio sa quanto è necessario oggi ribadire la fedeltà al proprio partito, senza opportunismi indegni del mandato parlamentare), rinuncio al ruolo di relatore di questo provvedimento, restando arbitro imparziale, ancor più di prima se possibile, lì dove in questi mesi abbiamo tutti insieme costruito il ‘telaio’ che oggi regge la Riforma”.
Ha proseguito Sisto: “Le scelte di Forza Italia, di seguito all’incolpevole scioglimento del ‘patto costituzionale’ con il Pd, sono incompatibili con il mio ruolo di giocatore, di centravanti di punta di questo provvedimento. Forza Italia è, ora, libera di non essere scontenta, di scegliere solo quello che le piace, senza dovere rinunciare alla coincidenza, piena, fra il suo DNA e i suoi voti, nel metodo e nel merito”. Conclude il parlamentare: “E la dura opposizione preannunciata, il numero dei subemendamenti depositati ne costituiscono plastica ed esaustiva dimostrazione. In questo contesto, bisogna che io sia consequenziale e, come nell’aggiunta proposta all’art. 97 della Costituzione, trasparente. Perché, in politica, le persone contano”.
Pd vuole andare avanti
Appresa la notizie delle dimissioni di Sisto, Lega e M5S hanno chiesto che il ddl tornasse in commissione, ma l’Aula di Montecitorio ha respinto la proposta per 124 voti di differenza. Ora resta un solo relatore, Emanuele Fiano del Pd, che ha twittato: “Proseguirò io da solo”. Nulla di ineccepibile, commenta Roberto Giachetti: “Dal punto di vista procedurale non cambia nulla, da un punto di vista formale si va avanti, perché c’è un altro relatore che può portare avanti il lavoro”.
Concetto ribadito dal capogruppo del Pd Roberto Speranza in Aula: “Noi andremo avanti perchè è interesse del Paese che le riforme si facciano e tutto il Pd sarà impegnato in questo proprio per il bene del Paese. Noi andremo avanti con decisione su questo terreno senza accettare veti”.
La replica di Brunetta
Secca la replica di Renato Brunetta, capogruppo alla Camera: “Noi faremo di tutto in nome di una scelta morale di convinzione e responsabilità politica per rallentare questo percorso verso il disastro. La scelta unilaterale, rivendicata con protervia da Renzi e dal Pd, del presidente della Repubblica è stata il colpo mortale premeditato che ha determinato la rottura di questo percorso di faticosa e responsabile condivisione da parte di Forza Italia. Oggi sarebbe pura irresponsabilità insistere nel percorrere una strada che si sta palesando come una direttrice autoritaria”.
I giochi ora potrebbero essere riaperti: la solida maggioranza che il governo detiene alla Camera, infatti, potrebbe scricchiolare sotto il fuoco amico della minoranza del Partito Democratico, sicuramente pronta anche ad allearsi con le opposizioni per fare fronte comune nelle modifiche alla legge elettorale, in primis, e in particolar modo contro i capilista bloccati e il premio di maggioranza al partito piuttosto che alla coalizione, che sono a oggi i due punti più criticati nell’impianto dell’Italicum.
GM