Fuga dallo Yemen: Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia chiudono le ambasciate

Yemen amabascate
Yemen, sciiti Houthi a Sanaa (Ohammed Huwais/Getty Images)

Nello Yemen Stati Uniti e Gran Bretagna hanno chiuso le ambasciate ed evacuato il personale diplomatico invitando i connazionali a lasciare il Paese. Poche ore dopo la Francia ha disposto la chiusura della rappresentanza diplomatica provvisoriamente e fino a nuovo ordinea partire da venerdì 13 febbraio. E anche la Francia ha invitato i connazionali «a lasciare il Paese il più presto possibile». Berlino dice ai tedeschi di andarsene. L’ambasciata italiana a Sana’a è temporaneamente chiusa mentre la Farnesina consiglia agli italiani di lasciare lo Yemen, per il «rischio particolarmente alto di sequestri per i cittadini occidentali. La minaccia terroristica è molto diffusa – dice una nota degli Esteri – con concreto pericolo di attentati contro strutture governative ed obiettivi occidentali, di azioni ostili ai danni di cittadini stranieri, in particolare occidentali, da parte di gruppi terroristici di matrice confessionale e di gruppi tribali».

La cuasa di tutto questo è la tensione giunta ormai al punto di rottura definitiva tra fra i sunniti e sciiti Houthi. Il 22 gennaio il presidente Abdrabbuh Mansour, espressione della maggioranza sunnita, si era dimesso denunciando il golpe dei ribelli filo-iraniani. Da allora è confinato nella sua residenza. La scorsa settimana gli Houthi hanno annunciato di aver sciolto il Parlamento yemenita e di avere il controllo del Paese. Fallito un tentativo di mediazione Onu fra Abdel Malik, leader Houthi, e i sunniti lo Yemen si ritrova diviso in due fazioni. Nel caos sopraggiunge la frattura dentro“Al Qaeda in Yemen” parte della più vasta organizzazione terroristica guidata nella Penisola da Ayman al-Zawahiri successore di Osama bin Laden. Alcune gruppi si sarebbero staccati dall’organizzazione principale, annunciando la “formazione di brigate armate specializzate nel bombardamento degli apostati a Sanaa e Dhamar” spiegando che si tratta della “rottura del giuramento di fedeltà nei confronti dello sceicco Ayman al-Zawahiri” in favore del Califfo al-Baghdadi, leader dello Stato Islamico. L’Isis è già riuscito a insediarsi nel Sinai e in Libia proprio con l’adesione di membri provenienti da Al Qaeda e altre organizzazioni jihadiste. L’interrogativo è se Al Qaeda o lo Stato Islamico, entrambe di matrice sunnita come la maggioranza della popolazione, tenteranno di prendere il controllo del Paese abbattendo la supremazia Houthi. Lo Yemen di Abdrabbuh Mansour stato in prima linea nella guerra guidata dagli Usa contro Al Qaeda, ma l’alleanza di lunga data tra Washington e Sana’a sembra essere finita. Gli Houthiora  inneggiano contro l’America mentre loro leader, Abdel Malik al-Houthi, afferma che con le dimissioni di Abdrabbuh Mansour è venuta meno l’ingerenza occidentale in Yemen. Al momento l’unica certezza è il deteriorarsi della situazione di giorno in giorno, con migliaia di sunniti in piazza contro il nuovo regime Houthi mentre leader e tribù sunnite nelle regioni meridionali e orientali si stanno armando contro di loro, unendosi, in alcuni casi, con i militanti di Al Qaeda. Altre tribù dal Sud, che per quasi un decenni hanno chiesto la secessione, si sono uniti contro il nuovo regime Houthi forte, quest’ulltimo,  dell’appoggio di diverse unità dell’esercito fedeli all’ex presidente dello Yemen, Ali Abdullah Saleh. In altre parole: il caos.

ADB