
Lo Stato Islamico ha disposto il coprifuoco a Sire. Lo riferisce l’emittente Sky News Arabia, secondo la quale i miliziani avrebbero avvertito i residenti della città libica che la sera alle 20 – dopo la preghiera dell’Ishaa dovranno fare ritorno nelle abitazioni. Sirte sembra dunque saldamente sotto il controllo dello Stato Islamico dopo che l’offensiva dell’Egitto aveva temporaneamente costretto gli jihadisti a ripiegare su Nawfaliyah, a ovest della città. Nei pressi di Sirte le milizie islamiste di Misurata avevano dispiegato circa 100 mezzi e quasi 2.800 combattenti e serbavano intenzionate a lanciare un assalto per liberare la città. Lo Stato Islamico ha intimato loro di ritirarsi, le milizie di Misurata tengono le posizioni e la situazione sembra ad un punto di stallo. Sul fronte diplomatico, gli islamisti che controllano Tripoli e la regione occidentale libica rifiutano di partecipare ai negoziati Onu condotti dall’inviato speciale Bernardino Leon. Secondo Omar al Hasi, premier del governo di Tripoli che agisce senza riconoscimento da parte della comunità internazionale, non è possibile proseguire con il dialogo nazionale promosso dall’Onu dopo i recenti raid aerei egiziani sulla Libia, anche se diretti contro l’Isis. Si tratta dell’ultimo episodio della faida interna alla Libia dove il governo islamista di Tripoli, sostenuto da Qatar e Turchia, si oppone a quello `laico´ di Abdullah al Thani, riconosciuto dalla comunità internazionale e appoggiato da Egitto – tramite il generale Khalifa Haftar – ed Emirati Arabi Uniti. Omar al Hasi ha accusato gruppi provenienti dall’ entourage del defunto colonnello Muhammar Gheddafi di aver favorito la nascita dello Stato Islamico a Sirte. Tuttavia nonostante le accuse reciproche, la frammentazione del Paese e le enormi difficoltà di raccordo tra le parti il negoziato resta per ora l’unica percorribile secondo la comunità internazionale: un «forte sostegno» alla mediazione dell’inviato dell’Onu in Libia è emerso dall’incontro a Washington tra l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, il segretario di Stato Usa, John Kerry, il segretario generale Onu, Ban Ki-moon, e il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry. Tutto tranquillo a Washingotn mentre da stasera a Sirte si va a letto presto.
Armando Del Bello