Bancarotta, chiesto rinvio a giudizio per Verdini

Denis Verdini (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
Denis Verdini (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

La procura di Firenze ha chiesto il processo per bancarotta fraudolenta per Denis Verdini come amministratore di fatto e socio di maggioranza della Società Toscana di Edizioni fallita nel 2014. Analoghe richieste per Massimo Parisi, coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana, Girolamo Strozzi Guicciardini, Enrico Luca Biagiotti e Pierluigi Picerno, tutti facenti parte a vario titolo e negli anni del CdA della società. In particolare, l’accusa è di aver distratto fondi all’editoria, fino a provocare la bancarotta della società.

In particolare le indagini della Guardia di Finanza hanno portato all’individuazione di un’operazione da 2.600.000 di euro che portò nei conti correnti di Verdini e di Parisi, suo ‘braccio destro’ per le iniziative editoriali, 1,3 mln ciascuno. Operazione che per gli inquirenti non aveva valide ragioni economiche. Per questa vicenda, Verdini e una ventina di suoi sodali erano già stati indagati per truffa aggravata allo Stato sui contributi pubblici alle testate giornalistiche nel dicembre 2012. Nell’ambito di questa inchiesta, la Procura della Repubblica di Firenze emette un’ordinanza attraverso la quale la Guardia di Finanza sequestrò beni per 12 milioni di euro alla società Settemari di Verdini, Massimo Parisi e altre persone.

Tanti i guai giudiziari per il senatore azzurro, che a metà novembre veniva rinviato a giudizio nell’ambito della vicenda dell’appalto della Scuola Marescialli di Firenze. Ai primi di novembre, era arrivato il rinvio a giudizio da parte del gup di Roma, Paola Della Monica, insieme all’ex sottosegretario Nicola Cosentino, nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta loggia P3, che i pm definiscono come un’associazione caratterizzata “dalla segretezza degli scopi, dell’attività e della composizione del sodalizio e volta a condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, nonchè apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali”.

A settembre, l’accusa di finanziamento illecito e truffa aggravata, che aveva portato Verdini a essere rinviato a giudizio insieme al collega senatore, Riccardo Conti. La lunga serie di rinvii a giudizio era iniziata a luglio, quando il senatore di Forza Italia aveva ricevuto il primo, per bancarotta fraudolenta e associazione a delinquere, nell’ambito dell’inchiesta relativa alla ex banca di Credito Cooperativo di Campi Bisenzio.

GM