
In attesa che il comitato parlamentare per l’intelligence e la sicurezza britannico riceva risposte su come i servizi segreti di Sua Maestà hanno gestito Mohamed Emwazi – l’uomo che è diventato”Jihadi John” – ci pensano i tabloids britannici a mettere sotto pressione l’Mi5, il controspionaggio del Regno Unito. Secondo il domenicale The Observer i servizi pur sapendo che era parte di una cellula terroristica di Al Qaida non seppero fermare Emwazi prima che si unisse allo Stato Islamico. Oltre a Mohamed del gruppo facevano parte altri tre giovani addestrati in un campo di in Somalia. Il leader era Bilal Berjaw un ex comandante del gruppo jihadista Al Shabaab. Il gruppo ebbe legami con l’organizzazione che pianificò i falliti attentati del 21 luglio 2005 a Londra. L’intelligence inglese mise sotto pressione il ragazzo, ma sena impedirgli di nuocere. A questo era sul punto di pensarci lo stesso Emwazi. Le rivelazioni riguardano infatti anche la vita provata di Emwazi. Per il Mail on Sunday l’uomo che avrebbe rappresentato l’immagine stessa dell’Isis nel 2010 stava pensando di suicidarsi. Era pronto al ‘passo estremo’ perché esasperato dalle pressioni e la sorveglianza dell’intelligence britannica provocava su di lui. La ‘confessione’ sarebbe contenuta in una mail datata 14 dicembre 2010 a Robert Verkaik, giornalista del Mail, nella quale Mohamed Emwazi raccontò che si sentiva come “a dead man walking” un uomo morto. “Talvolta mi sento un ‘dead man walking’ ma non temo che possano essere i servizi britannici ad uccidermi. Temo che un giorno io possa prendere le pillole necessarie per dormire per sempre. Voglio solo che questa gente stia lontana da me” scrisse ‘Jihadi John’.
Armando Del Bello