Aribus, corpi irriconoscibili, lo strazio dei parenti

Airbus, corpi irriconoscibili
(Jeff J Mitchell/Getty Images)

Secondo la Cnn riferisce ci vorranno diverse settimane prima che i resti delle vittime dell’Airbus vengano restituiti alle famiglie: numerosi cadaveri risultano in pessime condizioni e soltanto la prova del Dna potrà garantirne l’identificazione. “Non c’è neanche un corpo intatto sul luogo del disastro aereo di Germanwings, ma solo parti di corpi” ha reso noto la gendarmeria di Seyne-les-ALpes. “Siamo in una procedura di identificazione che necessita l’intervento in cordata visto la pendenza del luogo in cui si è schiantato l’aereo e i relativi rischi” hanno spiegato gli esperti.  Per recuperare i corpi ci vorranno almeno quindici giorni, dicono, considerato che i rottami del jet sono sparpagliati in un’area di quattro ettari sul massiccio delle Trois Evêchés. La zona è piena di scarpate, il terreno è irregolare e pericoloso. Gli investigatori vengono accompagnati in quota da guide alpine e indossano scarpe con ramponi per evitare di scivolare.  La presenza dei familiari è stata richiesta dagli inquirenti per facilitare il riconoscimento delle vittie e per raccogliere campioni di Dna. Un’incombenza terribile. “Abbiamo un’assistenza psicologica per tutti i soccorritori” rassicurano dalla gendarmeria. La gran parte dei familiari sono arrivati oggi. Lo ha reso noto Pierre-Henri Brandet, portavoce del ministero dell’Interno francese. A Vernet, nelle Alpi provenzali le autorità francesi hanno organizzato una cerimonia in memoria delle vittime . Altri parenti si sono recati a Seyne-les-Alpes, vicino al luogo dell’incidente. Dolore e solidarietà. Mille e quattrocento sono stati i letti messi a disposizione, anche in case private di Vernet, mentre in Germania l’abitazione nella quale vivono i genitori di Andreasi Lubitz, a Montabaur, in Renania, è stata messa sotto controllo dalla polizia per il timore di ritorsioni.  A bordo dell’A320 c’erano 144 passeggeri di 15 differenti nazionalità. 75 erano tedeschi e 51 spagnoli.  Un pezzo di Europa affranta, accomunata dalla tragedia più di quanto non sia riuscita a farlo una moneta comune ed un’economia diseguale. Terminata la procedura, le famiglie rientreranno nei paesi di provenienza. Un’esperienza che li cambierà per sempre. «Faremo tutto il possibile per chiarire le circostanze di questa tragedia» dice intanto la Cancelliera tedesca Angela Merkel.  Quando un passeggero sale su un aereo, per la Convenzione  di Montreal sulle regole per il trasporto aereo internazionale le compagnie di volo si impegnano a guidarli vivi a destinazione. Un impegno che è andato in mille pezzi. Lufthansa ha annunciato di essere in procinto di pagare 50 mila euro alle famiglie delle vittime e assicura  che il risarcimento ai familiari per la morte dei propri cari sarà rapido e «un po’ più alto» di quanto previsto dalla Convenzione – 139mila dollari –   considerate le circostanze eccezionali della tragedia. Non basterà.

Armando Del Bello