Airbus, identificati i resti di di Andreas Lubitz

(Oliver Berg/Getty Images)

Dagli inquirenti che lavorano all’identificazione delle vittime della tragedia dell’Airbus sono stati isolati 78 diversi Dna. Il passo successivo prevede il raffronto con i campioni forniti dalle famiglie. Tra questi i resti di Andreas Lubitz. Secondo Le Figaro il pilota rischiava il distacco della retina, un’eventualità che significava  la fine della sua carriera di pilota: probabilmente nel prossimo controllo medico, previsto per giugno, la compagnia aerea gli avrebbe impedito di rimettersi alla cloche. Una  preoccupazione che andava a complicare un quadro clinico già problematico. Le rivelazioni sul suo stato di salute procedono con le indagini sugli aspetti professionali di Lubitz: è a stato accertato  che avesse conseguito la licenza di volo solo grazie all’addestramento ricevuto da Lufthansa: contrariamente a quanto circolato nei giorni scorsi, non aveva mai ricevuto la qualifica di pilota dalla Federal aviation administration statunitense. La Faa emise  due certificati di iscrizione a suo nome: il primo fu  da “studente pilota”; il secondo gli attribuiva la licenza di “pilota privato” per aerei a un solo motore e alianti. Negli Usa Lubitz non avrebbe potuto guidare un aereo passeggeri. In Germania l’idoneità di volo di Lubitz è stato rilasciato dall’Aeromedical center della Deutsche Lufthansa di Monaco nel 2014. Secondo la Lufthansa non è possibile avere  accesso agli atti medici: la compagnia  sarebbe a conoscenza “soltanto dell’idoneità o meno a volare” e Lubitz risultava idoneo. Si parla in queste ore anche della sua ex fidanzata.  I due avrebbero voluto sposarsi. Ma la ragazza lo aveva lasciato, sembra perché perplessa da alcuni aspetti del suo carattere.  Secondo  il Bild si tratterebbe di Sabine L; pare fosse un’insegnante di matematica e inglese, e avrebbe raccontato nella scuola in cui lavora nel Nordreno-Westfalia di aspettare un bambino. Se il volto e il nome dell’ex compagna di Lubitz non sono ancora stati resi noti è stata invece svelta l’identità del comandante, finora noto solo come Patrick S. Il suo cognome era Sonderheiner, ed era in servizio da oltre dieci anni e con almeno 6 mila ore di volo alle spalle. Lascia la moglie e due figli. Gli inquirenti sul luogo del disastro cercano la seconda scatola nera per completare le indagini e integrare quanto rivelato dal cockpit voice recorder. Il recupero dei resti delle vittime è un lavoro minuzioso, fanno sapere gli inquirenti,  perché l’aereo nell’impatto si è disintegrato: richiederà giorni. Quando sarà completato i corpi potranno essere consegnati ai familiari. Fanno eccezioni i resti dei due piloti, che potrebbero essere trattenuti per decisione degli inquirenti.

Armando Del Bello