Papa Francesco: “Non scarichiamo sui bambini le nostre colpe”

Papa Francesco Bambini
(Alberto Pizzoli/Getty Images)

All’udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro Papa Francesco è tornato a parlare dei bambini con parole molto forti e significative: “Ogni bambino abbandonato, emarginato, vittima di una qualche forma di violenza è un grido che sale a Dio e che accusa il sistema che noi adulti abbiamo costruito. E purtroppo questi bambini sono preda dei delinquenti, che li sfruttano per indegni traffici o commerci, o addestrandoli alla guerra e alla violenza”. Il Pontefice si è rivolto soprattutto alle famiglie e alle istituzioni esortandole a occuparsi con amore dei bambini. “Tanti bambini fin dall’inizio sono rifiutati, abbandonati, derubati della loro infanzia e del loro futuro. Qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi, che è stato un errore farli venire al mondo. Questo è vergognoso! Non scarichiamo sui bambini le nostre colpe, per favore! I bambini non sono mai un errore”.

Un vero e proprio accorato appello quello del Papa che ha poi proseguito così il suo ragionamento ponendosi un importante interrogativo: “La loro fame non è un errore, come non lo è la loro povertà, la loro fragilità, il loro abbandono – tanti bambini abbandonati per le strade; e non lo è neppure la loro ignoranza o la loro incapacità – tanti bambini che non sanno cosa è una scuola – e non lo è neppure tutto questo. Semmai, questi sono motivi per amarli di più, con maggiore generosità. Che ne facciamo delle solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo dei diritti del bambino, se poi puniamo i bambini per gli errori degli adulti?”.

Papa Francesco poi ha richiamato tutti i soggetti in gioco alle loro responsabilità: “Anche nei Paesi cosiddetti ricchi tanti bambini vivono drammi che li segnano in modo pesante, a causa della crisi della famiglia, dei vuoti educativi e di condizioni di vita a volte disumane. In ogni caso sono infanzie violate nel corpo e nell’anima. Ma nessuno di questi bambini è dimenticato dal Padre che è nei cieli! Nessuna delle loro lacrime va perduta! Come neppure va perduta la nostra responsabilità, la responsabilità sociale delle persone, di ognuno di noi e dei Paesi”.

Infine il Pontefice ha concluso con una forte invettiva nei confronti della società odierna che spesso coi suoi ritmi, con le sue storture, con modelli culturali e sociali immaturi comporta effetti devastanti sui più piccoli: “Troppo spesso sui bambini ricadono gli effetti di vite logorate da un lavoro precario e malpagato, da orari insostenibili, da trasporti inefficienti. Ma i bambini pagano anche il prezzo di unioni immature e di separazioni irresponsabili, sono le prime vittime; subiscono gli esiti della cultura dei diritti soggettivi esasperati, e ne diventano poi i figli più precoci. Spesso assorbono violenza che non sono in grado di smaltire, e sotto gli occhi dei grandi sono costretti ad assuefarsi al degrado”.

F.B.