
Secondo quanto afferma la sentenza della prima sezione civile della Corte d’Appello di Palermo, pronunciata oggi, il Dc-9 dell’Itavia inabissatosi nel mare al largo di Ustica il 27 giugno ’80 fu abbattuto da un missile. Smentite dunque altre ipotesi, ma la sentenza riguarda soprattutto i risarcimenti i familiari delle vittime. Nei giorni scorsi, l’avvocato dello Stato Maurilio Mango aveva chiesto alla Corte d’appello civile di Palermo il rigetto delle domande di risarcimento che il tribunale ha concesso a 18 familiari delle vittime della tragedia aerea, ma oggi la prima sezione civile della Corte d’appello di Palermo ha respinto il ricorso dei ministeri dei Trasporti e della Difesa ritenendo confermata la responsabilità dei due dicasteri per non aver assicurato adeguate condizioni di sicurezza al volo Itavia 870 che trasportava 81 passeggeri.
Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dall’avvocato Daniele Osnato, legale di alcune delle famiglie: “Con questa sentenza, la Corte di appello di Palermo ha definitivamente chiuso, in punto di fatto, la vicenda giudiziaria identificando, al di sopra di ogni dubbio, che il Dc-9 sia stato abbattuto da un missile. Ogni contraria ipotesi è stata vagliata ed esclusa, compresa quella della bomba. Con buona pace di chi, ancora a distanza di 35 anni dal tragico evento, prosegue con informazioni deviate ed ipotesi del tutto prive di fondatezza”.
Secondo l’avvocato, “la verità processuale coincide in questo caso con la realtà degli eventi e cioè che quella sera il Dc-9 dell’Itavia è stato abbattuto in un atto di guerra non dichiarata ad opera di un missile non identificato”. Diverse le sentenza con cui lo Stato era stato condannato a risarcire i familiari delle vittime; peraltro, nel giugno 2013, Palazzo Chigi fece sapere che “il governo non ha intenzione di impugnare per revocazione la sentenza definitiva con cui la Cassazione ha condannato lo Stato a risarcire i familiari delle vittime di Ustica. Questa determinazione è motivata da ragioni giuridiche, in quanto un ricorso per revocazione in questa situazione processuale potrebbe apparire meramente dilatorio ed esporrebbe lo Stato a ulteriori spese. Ma soprattutto è motivata da ragioni di ordine etico, per il dovuto rispetto alle vittime e ai loro familiari”.
Soddisfatto per la sentenza odierna il capogruppo Pd nella commissione Giustizia, Walter Verini: “La sentenza di oggi, pronunciata in sede civile dalla Corte d’Appello di Palermo, non fa che confermare quanto ormai stabilito già da altre sentenze. E rafforza la nostra incredulità di fronte alla decisione dell’Avvocatura dello Stato di opporsi alla richiesta di risarcimenti di alcune vittime della strage di Ustica. Una iniziativa sulla quale il Gruppo del Pd attende ancora i necessari chiarimenti”.
GM