Vincere la crisi tra preghiera e lavoro

Fabbrica (PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images)
Fabbrica (PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images)

Si è formata in un’azienda metalmeccanica del quartiere Barca, nella parte nord orientale di Torino, una delle prime “cellule” di “Impresa Orante”, l’iniziativa lanciata da Mariachiara Martina, imprenditrice torinese, supportata dall’Opera dei Giuseppini del Murialdo. Racconta la donna intervistata da La Stampa: “Abbiamo voluto lanciare una provocazione: la preghiera del Rosario recitata nei luoghi di lavoro che così diventano ‘cellule’ di ‘Impresa Orante’. Chiediamo alle aziende  di organizzare, per i lavoratori interessati,  momenti di preghiera un giorno la settimana, perché il grido di aiuto può smuovere il cielo. Il punto di riferimento è il nostro sito”.

Respinte le accuse di stravaganza: “Ma i cristiani, per i quali Dio è diventato un uomo attraverso Maria, sono sempre stati considerati strani. Con il rosario in azienda abbiamo voluto attingere al patrimonio spirituale dei nostri nonni che avevano molta confidenza con questo strumento e non avevano paura di usarlo nella quotidianità e nei momenti difficili…”. Al fianco della Martina, altri imprenditori come Tiziana Tarussio, una delle titolari dell’azienda del quartiere Barca: “Ho aderito subito a Impresa Orante perché mi sembra un bel modo per vivere la fede calandola nella realtà. Per ora siamo sei-sette su un totale di diciassette dipendenti”.

C’è poi Walter Bersano, 47enne collaudatore, che confessa: “Io in Chiesa non vado quasi mai, anche se alla sera recito le preghiere che ho imparato da bambino. All’inizio ero titubante, poi ho notato che questa cosa ci dà forza e speranza. Le battutine? Le avevo messe in conto. E quando arrivano rispondo che non tutto quello che esiste sta dentro il nostro cervello…”. Infine Mario Occelli, 51 anni, elettricista in azienda dal 1981: “La Chiesa spesso mi delude, però qui partecipo volentieri. Certo è che dopo aver pregato insieme ai miei colleghi mi sento molto più contento”.

GM