
L’ambasciata di Turchia presso la Santa Sede giudica “inaccettabile” quanto detto dal Papa sul “genocidio” degli armeni. Secondo una nota della rappresentanza diplomatica durante la messa “la storia è stata strumentalizzata per fini politici”. Il caso è montato da poche e sembra un crescendo che non lascia spazio ad alcuna facile ricomposizione. Ieri durante una messa per il centesimo anniversario del “martirio” degli armeni avvenuto nel 1915 Papa Francesco ha definito il massacro degli armeni un “genocidio”. Un concetto non nuovo: secondo la maggioranza degli storici un milione e mezzo di armeni sono stati uccisi in maniera sistematica dall’impero turco. Più di venti Paesi, tra cui l’Italia hanno riconosciuto il genocidio. Per la Turchia si trattò di una guerra civile, nella quale perirono fra i 300 mila e i 500 mila armeni e altrettanti turchi anche a causa di una carestia. La parola “genocidio” per Ankara non può essere pronunciata. Nel 2014 Recep Tayyip Erdogan espresse per la prima volta cordoglio e solidarietà agli armeni, senza tuttavia pronunciare alcun termine che rievocasse un disegno di sterminio sistematico del popolo armeno.
Per i Turchi parlare di genocidio degli armeni è “una calunnia”: lo dice a chiare lettere la nota dell’ambasciata di Turchia. “Il genocidio è un concetto giuridico: le rivendicazioni non soddisfano i requisiti di legge, e anche se si cerca di spiegarle sulla base di una diffusa convinzione, restano calunnie”. Papa Francesco, prosegue la nota “nella sua dichiarazione si riferisce ai tragici eventi che hanno avuto luogo in Bosnia e in Ruanda come ‘omicidi di massa’, che sono riconosciuti come genocidi dai tribunali internazionali competenti. Egli, tuttavia, chiama gli eventi del 1915 un ‘genocidio’ nonostante l’assenza di tale sentenza del tribunale competente. Questo è significativo. Non è possibile spiegare questa contraddizione con i concetti di giustizia e di coscienza”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, non è intervenuto personalmente, ma hanno parlato tutti gli altri. Il Governo di Ankara ha avuto l’appoggio della principale autorità religiosa islamica sunnita turca, il Gran Mufti Mehmet Gormez, la si è allineato sul governo di Ankara criticando a sua volta il Papa.
In un discorso ad Antiochia, ripreso dall’agenzia ufficiale Anadolu, il religioso musulmano si è detto “preoccupato che lobby politiche hanno allargato le loro attività alle istituzioni religiose” aggiungendo: “Se le società iniziano a interrogarsi sugli errori passati lo stesso Vaticano soffrirà più di chiunque altro”. Papa Francesco è accusato di “calunnie” e “discriminazione”, anche dal presidente del parlamento turco Cemil Çiçek, del partito islamico Akp al governo. Il premier turco, Ahmet Davutoglu, ha definito le parole di Francesco “inappropriate” e “faziose”: “Leggere quelle vicende dolorose in modo fazioso è inappropriato per il Papa e per l’autorità che rappresenta”, ha detto. Per il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu le – che già ieri sera era intervenuto pesantemente sulle dichiarazioni del Papa- le dichiarazioni del Pontefice sono “senza fondamento” e “non valgono nulla per i turchi e la Turchia”. Dopo il richiamo dell’ambasciatore presso la Santa Sede, Ankara pensa ad altre misure nei confronti del Vaticano. Le misure che verranno prese saranno rese pubbliche dopo una nostra consultazione” ha detto Cavusoglu “Sfortunatamente la storia è stata fatta strumento della politica. Prima di qualunque altra cosa una uomo religioso avrebbe dovuto dare un messaggio di fratellanza, pace e tolleranza di fronte alla recente avanzata di razzismo, discriminazione, xenofobia e intolleranza” . Il ministro ha insistito su un quello di “genocidio” è un concetto legale. Per Cavusoglu “le dichiarazioni religiose non devono alimentare il risentimento e l’odio con asserzioni prive di fondamento”. “Avendo sottolineato il suo desiderio di promuovere la pace e l’amicizia tra i diversi gruppi nel mondo dal giorno in cui è stato eletto al pontificato, Papa Francesco ha fatto oggi una discriminazione tra le sofferenze sottolineando solo quelle dei cristiani e in particolare degli armeni. Con un punto di vista selettivo, ha ignorato le tragedie che hanno toccato i turchi e i musulmani che hanno perso le loro vite nella prima guerra mondiale”, si legge nella nota pubblicata dal ministero guidato da Cavusoglu. “Nel corso della santa messa, la storia è stata strumentalizzata per fini politici, è inaccettabile”.
Papa Francesco ha risposto indirettamente stamattina durante la messa a Santa Marta: “Il cammino della Chiesa è quello della franchezza: dire le cose, con libertà”. Per Francesco i cristiani, “come sperimentarono gli Apostoli dopo la Risurrezione di Gesù” hanno alternative alla verità anche dinanzi a “ verità scomode”. Papa Francesco ha aggiunto “lo Spirito Santo è capace di cambiare il nostro atteggiamento, la storia della nostra vita e darci coraggio”.
Armando Del Bello