Genocidio armeno, l’arroganza di Erdogan: “Condanno il Papa. Non ripeta l’errore”

Papa Francesco, crisi diplomatica con la Turchia
(Gokhan Tan/Getty Images)

“Condanno il Papa e lo invito a non ripetere questo errore” le parole del presidente turco Recep Tayyp Erdogan sull’incidente suscitato dalla commemorazione del genocidio armeno da parte di Papa Bergoglio suono come un avvertimento. I toni sono ancora una volta sopra le righe e seguono quelli delle ultime ore che hanno contrassegnato le esternazioni contro Papa Francesco da parte del Ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, del presidente del parlamento turco Cemil Çiçek, del premier Ahmet Davutoglu. Le massime autorità istituzionali di Ankar  hanno avuto immediatamente  il sostegno della principale autorità religiosa islamica sunnita turca, il Gran Mufti Mehmet Gormez. Per loro il Papa avrebbe “calunniato” la Turchia, hanno detto, e avrebbe “discriminato” volontariamente i “musulmani”  nel rievocare l’eccidio degli armeni e nel chiamarlo “genocidio”. Parole durissime, al limite dell’insulto, cui è seguito l’insulto vero e proprio dal parte del Ministro per gli affari europei Volkan Bozkir, secondo cui il  Pontefice arebbe parlato in difesa dell’Armenia perché “viene dall’Argentina” un paese “che ha accolto i nazisti” e dove “la diaspora armena è dominante nel mondo della stampa e degli affari”. Un fuoco serrato, fuori da ogni protocollo, a cui invano si è sperato seguisse un’affermazione da parte di Erdogan che ristabilisse almeno i modi propri della diplomazia internazionale. E invece il silenzio e la riflessione non hanno giovato affatto al presiedente turco che ha puntellato la sua esternazione odierna con una dichiarazione velenosa, dissennata,  dove l’eccesso e il travalica mento di ogni buon senso  si sono tradotte in una reprimenda da  maestrina, in un monito da capo popolo che teme il tracollo alle prossime elezioni. La vicinanza dell’Isis non giova ad Erdogan. “Ora, dopo le sue affermazioni, ho un’opinione diversa su di lui, sia come politico, sia come religioso” ha detto  rivolto al Pontefice, incurante di cosa pensa il  mondo di lui, di Erdogan – l’uomo che ha abbandonato Kobane al suo destino –. Secondo il presidente turco è compito degli storici far luce su ciò che è realmente avvenuto nel 1915 dimenticando che gli storici lo hanno già fatto e che  il genocidio armeno è riconosciuto da una ventina di Paesi, tra cui Italia, Svezia, Argentina, Francia, Olanda Urugua, Russia, Canada, Grecia e Parlamento europeo. Il primo Paese al mondo a riconoscere il genocidio armeno, nel 1965, fu l’Uruguay. Alcuni Paesi – come la Svizzera o la Slovacchia – arrivano a sanzionare la negazione del genocidio. Pronunciamenti che non hanno causato incidenti diplomatici come quelli patiti ora dalla Santa Sede, né l’oscena parata di nazionalismo tardo ottomano come quella dell’ establishment t turco di queste ore. Ci si accorge che Erdogan non ha mai parlato contro lo Stato Islamico con la stessa violenza con cui si è rivolto ora a Papa Francesco. E forse questo spiega tutto.

Armando Del Bello