
17 casi dall’inizio dell’anno, quattro dei quali mortali: è allarme rosso in Toscana per la diffusione della infezione batterica da meningococco di tipo C, causata dal Neisseria meningitidis, nota più comunemente come meningite. L’ultimo decesso in ordine di tempo è quello di Anna Limongello, giovane di 31 anni ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Arezzo. La donna sembrava in condizioni stazionarie seppur gravi, ma nelle ultime ore c’è stato un peggioramento, che ne ha causato la morte.
Gli altri tre casi mortali si erano registrati tutti nell’Empolese: il 30 marzo era morta un’infermiera di 34 anni, Marta Corti, di Vinci, nove giorni prima il diciassettenne Mattia Brendaglia e a febbraio a soli 13 anni è morto Giovanni Locci. L’ultimo ricovero è avvenuto invece oggi a Lucca dove una ragazza di 27 anni è stata portata in ospedale per una sospetta meningite di tipo C e trasferita al nosocomio di Pesci. L’Asl ha fatto l’elenco dei luoghi pubblici frequentati dalla giovane, chiarendo che “le persone potenzialmente a rischio sono soltanto quelle che hanno avuto contatti stretti e ravvicinati con la ragazza, le quali sono invitate ad effettuare la profilassi”, ovvero una “semplice terapia con antibiotico”.
Ha spiegato il direttore sanitario dell’Asl 2 Lorenzo Roti, le cui parole sono riprese da ‘Il Tirreno’: “La meningite è una malattia causata da un batterio, ospite nel naso o nella gola, che si manifesta soprattutto nella stagione tardo inverno-primaverile. Un’idonea terapia antibiotica è in grado di determinare la scomparsa del germe in 24 ore. Il meningococco (nel caso specifico si tratterebbe del ceppo C) si trasmette solo a seguito di contatti molto ravvicinati da persona a persona, sopravvive poco nell’ambiente ed è molto sensibile ai comuni disinfettanti ed alla luce del sole”.
GM