Italicum, dissidenti cacciati dalla commissione, Cuperlo: legislatura a rischio

Gianni Cuperlo (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
Gianni Cuperlo (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

La sostituzione dei dieci componenti della minoranza Pd in Commissione Affari Costituzionali alla Camera ha scatenato il putiferio e aperto una frattura nel Partito democratico difficile da sanare. In dieci sono stati sostituiti, tra questi Pier Luigi Bersani, Alfredo D’Attorre, Rosy Bindi, Gianni Cuperlo e Barbara Pollastrini. Si tratta dei deputati non appartenenti all’area renziana e contrari all’Italicum, la riforma elettorale voluta dal premier e attesa per lunedì 27 aprile alla Camera. L’espulsione, già annunciata da qualche giorno, è stata ratificata dall’ufficio di presidenza del gruppo Pd. Renzi non vuole saperne, è estremamente determinato a portare a casa la legge elettorale, non ha nessuna intenzione di apportare modifiche al testo per poi ritornare in Senato per un’altra votazione. Lo ha s piegato più volte e la sua linea è stata approvata della riunione dei gruppi parlamentari del Pd, anche se la minoranza non ha votato.

Una mossa tanto spregiudicata, come quella di sostituire i componenti della minoranza dem in Commissione, ha tuttavia suscitato le critiche anche degli alleati della maggioranza, come i deputati di Scelta civica, che, in solidarietà dei colleghi della minoranza dem cacciati, hanno minacciato l’abbandono della Commissione Affari Costituzionali, così come il Movimento 5 Stelle. Le altre opposizioni, dal Sel a Forza Italia e Lega, per ora non hanno annunciato nessun Aventino, ma i toni nei confronti della maggioranza del Pd sono molto duri, a cominciare dal capogruppo alla Camera di FI, Renato Brunetta, che ha definito la sostituzione dei deputati dem “aberrante”. Malumori si sono fatti sentire anche in ambienti renziani, dove si è parlato di “violenza alla democrazia“. La sostituzione di deputati della minoranza Pd in Commissione Affari Costituzionali alla Camera è stata fatta sulla base dell’art. 19 del regolamento di Montecitorio, ma è un gesto senza precedenti, se non al Senato, lo scorso giugno, quando furono sostituiti in Commissione Corradino Mineo e Vannino Chiti.

Intanto, l’ex presidente del Pd Gianni Cuperlo, dopo l’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, è tornato a stigmatizzare la sostituzione sua e dei suoi colleghi in Commissione: “E’ un episodio che credo abbia pochi precedenti nella cronaca parlamentare. E’ successo in passato che un singolo parlamentare sia stato sostituito in commissione, ma qua siamo di fronte a una sostituzione di massa. E’ un precedente dovrebbe fare riflettere”, ha detto Cuperlo intervenendo questa mattina alla trasmissione “La Telefonata di Belpietro” su Canale 5. Quindi l’esponente Pd ha ribadito che l’eventuale richiesta di fiducia alla Camera da parte del governo sulla riforma elettorale “metterebbe a rischio la legislatura“. Si provocherebbe uno strappo, aveva già spiegato Cuperlo, che ha un solo precedente nella storia repubblicana italiana, quello delle legge elettorale del 1953, conosciuta anche come “legge truffa“. Una riforma che fu voluta dall’allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e che prevedeva un ampio premio di maggioranza, con l’assegnazione del 65% dei seggi della Camera alla lista o al gruppo di liste collegate che avesse raggiunto il 50% più uno dei voti validi. Il premio di maggioranza fu ritenuto spropositato, da qui l’appellativo di “legge truffa”, e la riforma elettorale su approvata solo dalla maggioranza, ma si verificarono veri e propri tumulti in Aula a Montecitorio, fino allo scioglimento delle Camere da parte del Presidente della Repubblica Enaudi. La legge con forte premio di maggioranza era stata voluta dal leader della Dc De Gasperi per evitare di dover stringere alleanze politiche con i partiti monarchici e con il Movimento sociale. Pur di non allearsi con i missini, De Gasperi andò anche contro la volontà del Papa, allora Pio XII. La cosiddetta legge truffa restò in vigore poco più di un anno. Fu abrogata il 31 luglio del 1954.

V.B.