Le sette vite di al-Baghdadi

Le sette vite del Califfo
(Karim Sahib/Getty Images)

Sarebbe scampato per l’ennesima volta ad un raid aereo. Abu Bakr al-Baghdadi – dato per morto più volte, la prima nel luglio dello scorso anno, ancora una volta a settembre,  miracolosamente sfuggito alla morte in novembre  e capace di beffare l’ennesimo raid a febbraio –  il leader dello Stato Islamico,  l’avrebbe scampata ancora un volta, sebbene ferito gravemente da un raid aereo nell’Ovest dell’Iraq. Lo hanno riferito alcune fonti al quotidiano britannico The Guardian secondo cui al Baghdadi sarebbe stato intercettato  da un attacco condotto dalla coalizione Usa il mese scorso. Due funzionari – un diplomatico occidentale e un consigliere iracheno – hanno confermato che il raid è effettivamente avvenuto il 18 marzo nel distretto di al-Baaj della provincia di Nineveh, vicino al confine siriano. Il diplomatico ha confermato che l’offensiva ha colpito un convoglio di tre auto in una località chiamata al-Baaj tra il villaggio di Umm al-Rous e al-Qaraan, uccidendo tre uomini e ferendone altri. All’epoca non si sapeva che Baghdadi fosse su una di quelle auto. Hisham al-Hashimi, consigliere iracheno sulle questioni Isis, lo ha confermato al Guardian: “Sì, è stato ferito, vicino al villaggio di Umm al-Rous”.
Al Baaj, situata a  200 chilometri ad ovest della roccaforte dell’Isis, Mosul, si ritiene sia la residenza abituale di Baghdadi, una zona tribale sunnita. Le ferite riportate dal Califfo sembravano mortali: le sue condizioni erano talmente gravi – riferisce  il Guardian – che gli altri leader dell’Isis si sono riuniti per riflettere sulla nomina di un successore. Il leader
si è lentamente ripreso ma non ha avrebbe recuperato il controllo quotidiano dell’organizzazione, sostiene il Guardian.

Armando Del Bello