
Rafforzamento delle operazioni in mare ma nessun impegno preciso da parte dei Paesi Ue sulla collocazione dei migranti. Questo, in sintesi, l’esito del Consiglio Europeo sull’emergenza Mediterraneo. Prima dell’incontro si era tenuto un vertice a quattro sui temi dell’immigrazione nella delegazione italiana a Bruxelles: c’erano il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il premier britannico, David Cameron il presidente francese, Francois Hollande. La posizione europea è stata emblematica nelle parole premier Cameron «La Gran Bretagna offre uno dei pezzi forti della Royal Navy, la nave portaelicotteri Bulwark, tre elicotteri e due pattugliatori» a condizione «che le persone salvate saranno portate nel Paese sicuro più vicino, probabilmente in Italia, e che non chiederanno asilo nel Regno Unito».
Il vertice ha dunque stabilito di «rafforzare la presenza dell’Ue sul mare» e «almeno raddoppiare» e forse triplicare i finanziamenti per l’operazione Triton su proposta del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker per il pattugliamento dei confini esterni dell’Unione. Attualmente la missione dispone di un budget di 2,9 milioni di euro al mese e di circa sette navi. Si arriverà, secondo gli annunci, a 9 milioni di euro al mese. Ma nulla dice sul dopo. Intanto le attuali divergenze tra gli Stati significano che il mandato legale di Triton non sarà modificato per renderla un’operazione esplicitamente mirata a mettere in salvo i migranti. Questo significa che i comandanti dovrebbero avere la libertà di scegliere le zone da pattugliare per impedire l’ingresso illegale nelle acque territoriali dell’Ue. Resta sopratutto il nodo dell’accoglienza dei profughi: l’orientamento sembra di quello di raccogliere la disponibilità di mezzi da parte dei singoli Stati membri e decidere successivamente quello che è possibile fare. Matteo Renzi, dopo il vertice ha spiegato che «nessuno può obbligare gli Stati membri» ad accogliere i migranti «ma mi rincuora che molti si siano detti disponibili, e anche che Paesi come il Regno Unito abbiano dato disponibilità a partecipare con mezzi oltre a fornire il sostegno pieno in sede di Consiglio di Sicurezza.Intanto la marina tedesca potrebbe partecipare in brevissimo tempo con tre navi alle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo di fronte alle coste italiane. Lo riferisce l’agenzia Dpa. Berlino si sarebbe offerta di inviare in direzione dell’Italia la nave di sostegno “Berlino” e le fregate “Karlsruhe” e “Hessen” ora impegnate a vigilare le acque di fronte al corno d’Africa in operazioni anti-pirateria. Le navi potrebbero raggiungere il Mediterraneo in cinque giorni.
In definitiva l’Unione Europea si propone dunque di rafforzare i fondi a disposizione per le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo per Triton e Poseidon: ma il dopo rimane incerto: anche la cancelliera Angela Merkel al termine del vertice Ue non ha mancato di tenere alta la guardia su questo punto «Siamo pronti a sostenere l’Italia ma la registrazione dei rifugiati deve essere fatta in modo adeguato secondo le regole Ue» sottolineando come «Svezia, Germania e Francia da sole accolgono il 75% dei rifugiati nell’Ue». Tra le altre proposte ci sono “raid chirurgici” contro le barche che stanno per essere usate da scafisti e altre azioni di intelligence per “distruggere il modello di business” dei trafficanti in modo simile a quello con cui si era affrontato il problema della pirateria al largo della Somalia. Per queste operazioni tuttavia, hanno osservato alcuni diplomatici Ue, sarebbe necessario un mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che tuttavia l’Unione Europea difficilmente potrebbe ottenere a causa delle tensioni con la Russia, che ha il potere di opporre il veto al Consiglio. Nella bozza si propone anche di aiutare i Paesi che confinano con la Libia a controllare le frontiere per impedire ai migranti di raggiungere le coste libiche. Si è parlato di un programma di “rapido ritorno” per chi non ottiene lo status di rifugiato in Europa con funzionari Ue preposti a valutare le richieste d’asilo all’estero. «Speriamo di tornare a maggio con più proposte» ha affermato il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz riferendosi alla strategia europea sull’immigrazione che la Commissione europea presenterà il 13 maggio.
ADB