Processo di Brembate: la richiesta dei genitori di Yara

Genitori Gambirasio
Genitori Gambirasio

Mentre si attende l’inizio del processo in cui Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere di Mapello,  dovrà rispondere dell’omicidio della giovane  Yara Gambirasio, la Corte di Cassazione fa sapere che le tracce biologiche rilevate sul corfpo e su alcuni indumenti intimi della giovane vittima, nonché il prelievo di verifica eseguito sullo stesso Bossetti, potrà costituire elemento probatorio durante le udienze.
La decisione ha influito in modo determinante sul rifiuto di scarcerazione presetnato dai difensori di Bossetti lo scorso 25 febbraio, alla quale ha contribuito anche la relazione dettagliata dei RIS dei Carabinieri, con le prove di quella che, secondo l’accusa, sarebbe la certa identificazione di Bossetti come responsabile del delitto. Una relazione di una ventina di pagine, che hanno spinto i giudici della Corte Suprema, ha rigettare l’istanza del collegio difensivo, e che inoltre non escludono che i campioni di Dna prelevati dal corpo della giovane Yara Gambirasio possano essere comunque deteriorati, tuttavia costituirebbero un accertamento tecnico irripetibile ed eseguito secondo tutte le prerogative di legge.
Il giudice per l’udienza preliminare di Bergamo, Ciro Iacomino, ha ammesso le note del fascicolo per il processo e ha rimandato la decisione definitiva alla Corte d’Assise.

La richiesta dei genitori di Yara

Intanto, il giudice Ciro Iacomino che lunedì scorso ha rinviato a giudizio Bossetti ieri ha ammesso come prove al dibattimento i documenti fondamentali dell’inchiesta: tra gli altri, la relazione in cui il Ris spiega che sugli slip e sui leggings di Yara è stato trovato il Dna di Ignoto 1 e quella in cui il consulente del pm, Carlo Previderè, indica che Ignoto 1 corrisponde a Massimo Bossetti. Il gup ha così respinto la richiesta dei difensori dell’imputato di escludere gli esami dei carabinieri esperti di genetica. I legali hanno insistito su una questione procedurale già invocata, senza esito, nelle richieste di scarcerazione: il pm ha affidato le analisi al Ris come delega di indagine e non come accertamenti tecnici irripetibili, quindi non possono entrare di diritto a processo ma vanno ripetute. Non così per il gup: è vero, il pm ha delegato le indagini ai carabinieri in camice bianco, ma quando questi hanno trovato tracce biologiche da analizzare il magistrato ha avvisato le parti.

MD