Tassista violentata, la madre dello stupratore: “Non è un mostro”

Taxi (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Taxi (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Si schiera con il figlio la madre dell’uomo fermato nel corso delle indagini per risalire al responsabile dello stupro ai danni di una tassista Roma. Il giovane presunto stupratore si chiama Simone Borgese ha precedenti per furto – tra cui anche mancati pagamenti di corse – e lavora come cameriere a chiamata. La donna, intervistata da ‘Il Tempo’, ha spiegato: “Mio figlio deve pagare per quello che ha fatto. Però vi prego di credermi, vi supplico: Simone non è un mostro”.

Secondo la madre del 30enne, il figlio è “un ragazzo sfortunato” che ha sofferto tantissimo: “Dovete concedermi di spiegare a tutti chi è davvero Simone. Il figlio di un padre alcolizzato, un barbone, un violento con il quale ha vissuto da quando me ne sono andata via di casa nel 2005, stanca di essere picchiata e maltrattata ogni giorno”. Il giovane, secondo la madre, “si è sentito abbandonato due volte. Prima da me, dieci anni fa, poi dalla moglie. Soffriva da morire”.

La tassista violentata, invece, ritiene che quell’uomo “ha rovinato per sempre la mia esistenza, il fatto che ora sia dietro le sbarre e che la polizia lo abbia catturato in poco tempo è da una parte un sollievo perché non potrà più far male ad altre persone, ma quello che ha lasciato in me non passerà mai”. Interpellata da ‘Repubblica’ spiega: “Dovrebbe rimanere in carcere a vita per non nuocere più, soprattutto se ripenso alla tranquillità e alla naturalezza con cui è sceso e si è allontanato dopo quello che mi aveva fatto. Era come se fosse abituato a trovarsi in quelle situazioni”.

Ieri intanto il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha annunciato: “Il Campidoglio ha deciso che si costituirà parte civile nel processo contro lo stupratore della tassista. Come ho detto fin dall’inizio, si tratta di un crimine terribile che colpisce l’intera città, compiuto oltretutto ai danni di una lavoratrice che stava svolgendo un servizio pubblico. Ho manifestato alla vittima tutta la mia vicinanza rispettando le sue ovvie esigenze di riservatezza. Roma è al suo fianco”.

GM