
Sono “affidabili” gli “elementi probatori” che escludono che l’ex premier Silvio Berlusconi fosse consapevole che Karima El-Mahroug, nota come Ruby Rubacuori, fosse minorenne quando frequentava le cene di Villa San Martino, ad Arcore: lo scrive oggi la Cassazione nelle motivazioni della sentenza che conferma il proscioglimento in Appello di Berlusconi dall’accusa di prostituzione minorile e concussione aggravata.
Secondo la Suprema Corte, i giudici di Appello hanno correttamente ritenuto, tra gli elementi “esclusivi della consapevolezza da parte dell’imputato della minore età” di Ruby, l’”aspetto fisico” della ragazza marocchina e il suo “modo di comportarsi”, che “non tradivano minimamente la sua età effettiva”. Peraltro, la giovane marocchina aveva “l’abitudine a fornire false generalità” e attribuirsi una età “di volta in volta diversa, dai 19 ai 27 anni”. La Cassazione ritiene infine che resta “tutto da provare se, come e quando il dato della minore età di Karima El Mahroug venne portato a conoscenza di Silvio Berlusconi prima della sera del 27 maggio 2010”.
Si legge ancora nelle motivazioni: “La sentenza in verifica evidenzia l’ambivalenza dei rapporti tra il giornalista Emilio Fede e Berlusconi sottolineando che i sentimenti di amicizia che il primo nutriva verso il secondo non erano totalmente disinteressati, ma erano motivati anche da opportunità di ritorno economico, che si materializzavano nell’ambito di quel sistema di spregiudicati intrattenimenti presso Villa San Martino ad Arcore, a margine dei quali si approfittava anche della disponibilità del padrone di casa, cui non mancavano cospicue risorse finanziarie, a soddisfare determinate richieste di aiuto da parte dei suoi amici”.
In sostanza, “accertato l’interesse personale e utilitaristico di Fede ad alimentare e preservare il sistema delle disinvolte e spregiudicate serate ad Arcore, la corte d’appello di Milano ritiene che nulla induceva ad accreditare l’ipotesi accusatoria secondo cui Fede, in contrasto con i propri interessi, avrebbe rivelato a Berlusconi la minore età della giovane marocchina, mettendo così a rischio, almeno in astratto, la partecipazione della stessa alle serate, che lo stesso Fede, tramite l’amico Mora, promuoveva e incentivava”.
Quindi, Berlusconi viene a conoscenza della minore età di Ruby soltanto quella sera del 27 maggio 2010, quando la ragazza viene portata in questura per accertamenti e l’allora premier contatta telefonicamente Pietro Ostuni, capo di gabinetto del questore di Milano, sostenendo la tesi che la giovane marocchina fosse in realtà la nipote del presidente egiziano Mubarak.
GM