Renzi dopo lo stop elettorale: “Mi riprendo il Pd”

Matteo Renzi (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

“Queste elezioni dicono con chiarezza che con il Renzi 2 non si vince. Devo tornare a fare il Renzi 1. Infischiarmene dei D’Attorre e dei Fassina e riprendere in mano il partito”, lo afferma il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un’intervista al quotidiano ‘La Stampa’. Dice il leader del Pd, che commenta così lo stop elettorale nei ballottaggi di domenica: “Una cosa è certa: le primarie sono in crisi. Dipendesse da me, la loro stagione sarebbe finita”.

“Questo è un Paese moderato, vince chi occupa il centro. Con personalità”, è la posizione di Renzi, che spiega: “Ma era scritto che Casson perdesse. A Venezia mi è venuto incontro un signore: ‘Salve, sono l’unico renziano della città…’ Era Brugnaro, il candidato del centrodestra che ci ha battuto”. Secondo il segretario nazionale del Pd, “se invece degli originali corrono le copie, allora non funziona. In Liguria la Paita non ha perso perché il candidato di Civati le ha tolto dei voti che probabilmente non sarebbero andati comunque a lei. Ha perso perché nell’ultima settimana il 5% degli elettori di centro si è spostato verso Toti”.

Sul risultato di Arezzo, Renzi invece commenta: “Storicamente ad Arezzo abbiamo vinto solo quando il candidato si chiamava Fanfani. L’ultimo è stato Fanfani Beppe…. I miei giudizi sul voto di domenica non sono in bianco e nero. In alcuni casi, è vero, perdiamo per mancanza di organizzazione. In altri però, come a Mantova, vinciamo dove la Lega è forte. La verità è che ormai la gente vota come le pare, sulla base della persona”.

Renzi manifesta infine chiara l’attenzione di riprendersi la leadership del Partito democratico: “Devo tornare a fare il Renzi pure lì. E farlo davvero. Infischiandomene delle reazioni per aprire una discussione dentro il mio partito. Al governo non c’è mai stata un’infornata di persone in gamba come a questo giro. Penso alle nomine che abbiamo fatto: De Scalzi all’Eni, Starace all’Enel e Moretti a Finmeccanica. La vera accusa che mi si dovrebbe rivolgere non è di avere messo i miei al governo, ma di non averli messi nel partito”.

GM