
Expo 2o15, soprattutto in seguito all’apertura serale, ha fatto crollare gli incassi dei commercianti del centro di Milano: lo denuncia il presidente dell’Epam, l’associazione di Confcommercio che rappresenta i pubblici esercizi, Lino Stoppani, sentito in Commissione Commercio, il quale si è scagliato contro la decisione “di incentivare l’accesso serale al sito”, che “è stato un rischio sempre dichiarato, sottostimato dai nostri interlocutori, che hanno sempre privilegiato la necessità di dare copertura economica agli ingenti investimenti della manifestazione”.
“I risultati hanno messo in evidenza che, ad eccezione di piazza Duomo e dei Navigli”, ha spiegato Stoppani, “in tutte le altre realtà cittadine, comprese alcune zone della movida, i locali hanno visto una diminuzione di fatturato anche del 30%”. Si chiede il presidente dell’Epam: “C’è forse un vero problema di affluenza ad Expo, da compensare in qualche modo con visitatori attratti con politiche commerciali aggressive?. Da qui l’appello all’amministrazione comunale, che “non può rimanere insensibile e neutrale su questo argomento o limitarsi a lamentare che Expo, per la prima volta, non ha dedicato un padiglione alla città ospitante”.
“Expo e la città sembrano separati in casa”, rileva Stoppani, “con il primo soggetto che stressa l’aspetto affaristico della manifestazione e il secondo che subisce, quasi indifferente, incapace a recuperare il forte ruolo che, invece, gli compete”. Secondo Maurizio Naro, presidente di Apam (l’Associazione albergatori di Confcommercio Milano), “Milano ha dato per Expo ma Expo finora ha restituito poco alla città”, anche se il settore alberghiero in realtà è florido: maggio tasso di occupazione al 70% come nel 2014; giugno media all’80%, “ma solo grazie alla concomitanza di tre importanti convegni medici”.
Le reazioni politiche
“Le parole di Stoppani, storico leader dei ristoratori milanesi, gettano un’ombra sinistra sull’Expo”, è il commento della coordinatrice di Forza Italia in Lombardia, Mariastella Gelmini, che aggiunge: “Ora occorre un’azione forte per invertire la tendenza. Il 30% di perdite di bar e ristoranti, senza nessun segnale positivo, sono il buio fitto per una categoria già in difficoltà. Che il Comune poi faccia ben poco o nulla per sostenerli non è una novità. Al di là delle cifre, che andranno approfondite, a partire dai biglietti realmente venduti, rimane un’impressione di evento in tono minore rispetto ai contenuti originari”.
Prosegue la Gelmini: “Un evento dove sembra prevalere l’aspetto fieristico. E’ un’impressione che mette a rischio l’immagine di Expo e anche quella di Milano. Milano è innovazione, non solo intrattenimento serale o da week end. E’ necessario sviluppare un’azione di coinvolgimento delle categorie del commercio di Milano e della Lombardia. Le condizioni perché si in verta la rotta ci sono, spetta ai vertici di Expo agire. Le parole di circostanza non bastano”.
GM