
Dopo i fatti di Quinto, in provincia di Treviso, stamattina attimi di tensione si registrano anche a Roma, dove i residenti di Casale San Nicola, zona Nord della Capitale, hanno bloccato la strada di ingresso a tre furgoni e un suv del reparto mobile della polizia, per impedire in questo modo l’arrivo del primo gruppo di cento profughi che dovrebbero essere ospitati all’ex scuola ‘Socrate’. I manifestanti cantano l’inno di Mameli.
Attimi di tensione si sono registrati quando una Mini scura, incurante del blocco, ha accelerato sui contestatori, investendo una signora anziana, che ha raccontato all’Adnkronos: “Mi sono spaventata, l’auto è arrivata da dietro. Mi ha preso al ginocchio con l’angolo davanti, ho avuto paura che mi schiacciasse la gamba. Non si fermava”. I manifestanti, per combattere l’afa, si sono anche attrezzati con ombrelloni e acqua.
La decisione di portare i profughi nel quartiere è stata presa dal prefetto Franco Gabrielli, che ha incontrato alcuni rappresentanti dei comitati di quartiere, tra cui Alberto Meoni, che aveva così commentato il vertice: “Ci ha spiegato che il sito è perfetto e che questo sarà il centro di accoglienza più bello d’Italia e che rispecchierà il modello del Paese”.
Cavalca l’onda della protesta CasaPound, che nei giorni scorsi aveva diffuso una nota per annunciare l’appoggio ai residenti: “Insieme ai residenti ci opporremo in tutti i modi all’arrivo dei profughi a Casale San Nicola. Per quasi 80 giorni siamo stati al fianco dei cittadini di Casale San Nicola per impedire che, contro ogni logica e minimo buon senso, in questo quartiere abitato da sole 250 famiglie fossero trasferiti cento migranti”.
L’organizzazione di estrema destra aveva continuato: “Non smettiamo di lottare neanche adesso, quando di fronte a loro vedono schierate con grande imponenza di mezzi le forze dell’ordine. Una protesta pacifica ma che non si arresterà fino a quando non si avrà la certezza che Casale San Nicola resterà a loro”.
GM