
“A Roma ci sono stati scontri con 14 feriti fra le forze dell’ordine, è bene sottolineare, e una chiarissima strumentalizzazione della protesta. Anzi, i cittadini si sono fatti strumentalizzare dagli estremisti”, a dirlo, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, è il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, dopo gli scontri di ieri al Casale di San Nicola, sulla Cassia, contro la scelta di trasferire un centinaio di richiedenti asilo nell’ex scuola Socrate.
Ha spiegato Gabrielli: “Bisogna sottolineare che non tutti gli abitanti sono contrari all’arrivo dei rifugiati. C’è una parte che non ha protestato e ha collaborato. Con l’altra non mi sono mai sottratto al confronto. Ci siamo incontrati, li ho ricevuti. Avrei apprezzato un atteggiamento più onesto. Sarebbe stato meglio che mi avessero detto semplicemente ‘noi gli stranieri qui non li vogliamo’. Certo, non avrei condiviso il loro pensiero, ma almeno avrei capito che c’era una posizione chiara e netta. E poi hanno permesso che solo i facinorosi occupassero la scena”.
Il riferimento di Gabrielli è alla presenza per strada di decine di militanti di CasaPound, che armati di caschi e spranghe per primi hanno affrontato le forze dell’ordine. In un’altra intervista al ‘Messaggero’, l’ex capo della Protezione Civile ragiona: “Non mi sento un’icona della sinistra, né mi faccio condizionare da Casapound e dal centrodestra. Anche se non prendo in considerazione la parte che mi sostiene, ma mi interessa la parte che contesta. Vorrei ricordare che ho soltanto applicato in maniera coerente un bando, usando allo stesso tempo il buon senso. Quindi niente strumentalizzazioni politiche che in questa fase non servono”.
Contestata infine la cosiddetta politica del Nimby, acronimo di Not In My Back Yard, ‘Non nel mio cortile’: “Non voglio generalizzare, ma c’è una sindrome Nimby che è reale. La rappresentazione plastica di quanto sostengo è contenuta in alcune affermazioni che ho ascoltato oggi: ‘io non sono razzista, ma…’”.
GM