I misteri di Jamestown: ritrovati gli scheletri dei Padri Fondatori

Excavations of four burials at the 1608 Jamestown Church site in James Fort. Burials (left to right) JAMESFORT-APV-2993B, JAMESFORT-APV-2992C, JAMESFORT-APV-3046C, and JAMESFORT-APV-170C. Preservation Virginia performed excavations between November 18 and November 21, 2013. Dr. Douglas Owsley, Curator, and Kari Bruwelheide, Museum Specialist, from the Division of Physical Anthropology at the Smithsonian Institution National Museum of Natural History performed in situ analysis of the burials.
(Jamestown Rediscovery Foundation – YouTube)

Jamestown, in Virginia, la prima colonia inglese permanente nel Nuovo Mondo non smette di riservare sorprese. Sotto il pavimento dell’antica chiesa anglicana sono state rivenute le tombe di quattro Padri Fondatori. Sono stati sepolti più di 400 anni fa vicino all’altare di quella che fu la prima chiesa protestante americana,  la stessa dove Pocahontas sposò l’inglese John Rolfe. I ricercatori  della Jamestown Redicovery Archaeology Foundation hanno utilizzato analisi dello scheletro, test chimici, tecnologia 3-D e ricerca genealogica per identificare gli uomini. Circa il 30 per cento di ogni scheletro è stato recuperato, e il team scientifico è stato in grado di determinare  l’età degli uomini al momento della morte. Sono stati identificati  i resti del reverendo Robert Hunt, primo ministro anglicano di Jamestown, conosciuto come un uomo di pace tra i leader coloniali rivali; il capitano Gabriel Archer, rivale di John Smith prima guida  della colonia; Sir Ferdinando Wainman, probabilmente il primo nobile sepolto in America e il capitano William West. I primi  morirono per malattia. Il capitano rimase ucciso in uno scontro con gli indiani Powhatan che a lungo osteggiarono l’insediamento britannico. Accanto alle tombe è stato ritrovato un misterioso contenitore per reliquie, frammenti ossei e un’ampollina, destinata forse a custodire acqua o sangue.  Gabriel Archer, rivale del capitano John Smith, era sepolto con una misteriosa scatola d’argento che risulta essere un reliquiario cattolico. Reliquie cattoliche sono state trovate in  passato a Jamestown  ma questo contenitore sembra avere  un valore simbolico molto particolare, dicono gli storici. I quattro uomini morirono tra il 1608 ed il 1610 nel periodo più cupo e difficile nella vita della prima colonia.  In particolare la carestia, sofferta dalla comunità dall’inverno del  1609 fino all’anno successivo, lasciò un segno  indelebile nella prima storia del  Continente.  In pochi mesi circa l’80 per cento dei 500 coloni morì. All’inizio gli inglesi mangiarono i loro cavalli,  dopo i cani e gatti. Successivamente si cibarono di ratti, topi e serpenti. A raccontarlo fu George Percy, che divenne il capo temporaneo della colonia dopo la partenza di John Smith. Percy riferì che alcuni coloni si cibarono di stivali, scarpe e di qualsiasi pelle  riuscissero a trovare.

La povera “Jane”

Chi si allontanò dall’insediamento  per cercare radici degli alberi fu ucciso dai Powhatan. Gli storici hanno dibattuto a lungo se la fame e le privazioni indussero i coloni ad atti di cannibalismo. Tre anni fa, proprio a Jamestown,  i frammenti del cranio macellato e dell’osso della tibia di una ragazza inglese di 14 anni, chiamata “Jane” dai ricercatori, furono scoperti  nel sottosuolo di un edificio costruito del 1608, nello stesso periodo in cui fu eretta la chiesa destinata ad accogliere i resti dei  quattro Padri Fondatori. Gli studiosi  individuarono sulle ossa della povera ragazza tagli multipli, opera di uno o più aggressori dopo la sua morte. I segni di quattro colpi vicini inferti sulla fronte, la precisione e l’insistenza sullo stesso punto, permise di comprendere che era già morta.  “Coloro che l’hanno colpita erano  interessati alla carne della guancia, ai muscoli della faccia, alla lingua e al cervello” dedussero gli archeologi. I capelli di Jane rimasero intatti. Quanti furono cannibalizzati rimane un mistero, ma Jane non fu un caso isolato, secondo i resoconti storici. Nella primavera del 1610, erano sopravvissute solo una sessantina di persone. Anche Hunt, Archer,  West e Wainman erano morti. Forse il lignaggio e una maggiore forza morale  impedì loro di abbandonarsi a quegli “atti indicibili”  di cui  George Percy accennò o di rimanerne vittime, come accadde alla povera Jane. La colonia si salvò grazie all’arrivo di Lord de la Warr, nel giugno del 1610 primo governatore di Jamestown, che portò un contingente di 150 uomini e, soprattutto, provviste per un anno. Il matrimonio tra Pocahontas, figlia minore del Capo Powhatan,  ed il colono inglese John Rolfe, nel 1614, sancì la pace – temporanea –  tra gli inglesi e i nativi.  Gli altri, quelli che non sopravvissero la pace l’avevano raggiunta da tempo, o almeno l’oblio.

ADB