Naufragio in Grecia, strage di bambini

A shipwrecked migrant holds her child after disembarking from a rescue vessel in the port of Lesvos island on April 17, 2015. Since Greece bolstered controls along its land border with Turkey, along the Evros River, illegal immigrants have turned to the maritime route between Turkey and the Greek islands in the Aegean Sea, notably Lesvos, Samos, Kos and Chios. 2015 started with a major increase in the number of Aegean crossings : 10,445 against 2,863 in the same period of 2014, according to the Greek port police. AFP PHOTO / ANGELOS TZORTZINIS        (Photo credit should read ANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images)
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Una nuova tragedia si è consumata nel Mediterraneo. Nel sud est del Mare Egeo sono morti 28 migranti in un naufragio. Purtroppo, secondo quanto riportato dalla guardia costiera greca, la metà delle vittime sono bambini: quattro neonati, cinque bambini e cinque bambine. Secondo l’agenzia Ana, otto delle vittime sarebbero state ritrovate morte nella stiva. Sul barcone si trovavano 112 persone, 68 sarebbero invece state salvate dalla guardia costiera e 29 avrebbero raggiunto a nuoto l’isola di Farmakonissi, in acque greche e a 15 chilometri dalle coste turche. Sono state più fortunate invece 42 persone, tra cui cinque donne e otto bambini, che viaggiavano stipate nel vano di carico di un camion frigorifero in un tratto di autostrada vicino al confine con la Germania. L’autocarro immatricolato in Finlandia ed adibito al trasporto di fiori, è stato fermato dalla polizia austriaca ad Aistersheim. I conducenti, entrambi iracheni, sono stati entrambi arrestati.  Il mese scorso, in un’autostrada a est dell’Austria, 71 persone erano state rinvenute senza vita, presumibilmente soffocate in un tir. Si tratta di episodi che riempiono sempre di più la cronaca degli ultimi mesi e che sottolineano la sbagliata gestione del flusso dei migranti su cui si dividono i vertici dell’Unione Europea. Il piano della ripartizione dei rifugiati in quote ha ricevuto fino adesso diversi “no”: da Praga e dalla Romania che si opporranno al Consiglio dei ministri dell’Interno della Ue.

“L’Unione Europea incapace di proteggere i confini”

La Germania intanto denuncia il “fallimento completo” dell’Ue nel proteggere le sue frontiere esterne, alla luce degli ultimi ingressi di migranti. “Misure efficaci sono necessarie per fermare questo flusso”, ha dichiarato il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt della Cdu, “questo include l’aiuto per i Paesi dove i rifugiati stanno fuggendo e un controllo efficace delle nostre frontiere che non funziona più visto il completo fallimento dell’Ue nel proteggere i suoi confini”. Dobrindt fa parte della Csu, l’alleato bavarese e conservatore della Cdu. Il ministro ha anche avvertito che la Germania ha raggiunto “il limite della sua capienza”. Secondo fonti del governo austriaco citate dai media, tra cui Bild e Bbc, il governo tedesco starebbe valutando il temporaneo ripristino dei controlli alle frontiere con l’Austria per scoraggiare coloro che si mettono in viaggio pur sapendo di non possedere i requisiti necessari per fare richiesta di asilo. Anche il nostro premier Matteo Renzi ribadisce la necessità di affrontare in modo concreto e immediato l’emergenza a livello comunitario: “Quello che sta accadendo in altri Paesi europei dimostra che siamo davanti a un problema serio, che durerà anni e che l’intera comunità europea deve affrontare. Ci siamo stancati dei minuti di silenzio di Bruxelles quando affonda un barcone o muoiono tanti bambini sulle spiagge, nelle stive, dentro i camion. Non basta commuoversi, è tempo di muoversi”.

Roberta Garofalo