
Papa Francesco non ha certo paura di dire le cose come stanno e di fronte al Congresso americano tocca i temi più scottanti per gli Stati Uniti come la pena di morte e il commercio indiscriminato di armi. Prima di avventurarsi nel cuore del suo discorso il Papa stupisce tutti citando ancora Martin Luther King (“Il suo sogno continua a ispirarci tutti, e sono felice che l’America continui per molti a essere una terra di sogno”), Abramo Lincoln, Dorothy Day, fondatrice del Movimento lavoratori cattolici, e lo scrittore e religioso Thomas Merton, grande sostenitore del dialogo. Tutti loro secondo Bergoglio “nonostante la complessità della storia e la realtà della debolezza umana, con tutte le loro differenze e i loro limiti, sono stati capaci con duro lavoro e sacrificio personale – alcuni a costo della propria vita – di costruire un futuro migliore. Hanno dato forma a valori fondamentali che resteranno per sempre nello spirito del popolo americano”.
Poi arrivano le stoccate sulla pena di morte: “Dobbiamo evitare una tentazione oggi comune: scartare chiunque si dimostri problematico. Ricordiamo la Regola d’Oro: «Fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te» (Mt 7,12). Questa norma ci indica una chiara direzione. La Regola d’Oro ci mette anche di fronte alla nostra responsabilità di proteggere e difendere la vita umana in ogni fase del suo sviluppo. Questa convinzione mi ha portato, fin dall’inizio del mio ministero, a sostenere a vari livelli l’abolizione globale della pena di morte. Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini”. E quelle sulle armi: “Dobbiamo chiederci: perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e società? Purtroppo, la risposta, come tutti sappiamo, è semplicemente per denaro: denaro che è intriso di sangue, spesso del sangue innocente. Davanti a questo vergognoso e colpevole silenzio, è nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi”.
F.B.
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