
C’è un indagato per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, avvenuto a metà marzo scorso a Pordenone. L’annuncio, a sei mesi dal delitto che scosse il capoluogo di provincia friulano, è stato dato dal procuratore capo di Udine Marco Martani, che però non è si sbilanciato: “Abbiamo un’idea seria ma di più non posso dire… anche per non dare vantaggi al killer”. Tra le indiscrezioni che trapelano in queste ore, sembra farsi sempre più strada l’ipotesi che chi ha ucciso non avrebbe avuto dietro alcun mandante, mentre resta il buio fitto sul movente. In mattinata, si è infine appreso che l’indagato sarebbe un 26enne, commilitone di Ragone, che era sottoufficiale dell’Esercito, ascoltato più volte nei mesi scorsi.
Già una settimana fa, c’era stata una prima svolta, con i sommozzatori dei Carabinieri che avevano trovato parte del caricatore di una pistola 7,65, lo stesso calibro della semiautomatica usata per l’ omicidio. La conferma era arrivata da “autorevoli fonti investigative”, interpellate dall’inviato del programma di Mediaset “Quarto Grado”. Il ritrovamento nel laghetto del parco di San Valentino, alle spalle del Palazzetto dello Sport dove la coppia di fidanzati venne freddata.
Secondo quanto ricostruito immediatamente dopo il delitto, l’assassino ha agito a sangue freddo, puntando prima alla testa del giovane, che era conosciuto nel settore della pesistica e poteva reagire in maniera inaspettata, poi a quella della sua compagna; cinque in tutto i colpi, tre a Ragone e due alla Costanza, tutti ben mirati alla testa. Per i due, quindi, non c’è stato scampo.
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GM