Omicida ripreso in video, la Cassazione annulla la condanna: “Non era lui” (VIDEO)

Un momento dell'omicidio (screenshot Youtube)
Un momento dell’omicidio (screenshot Youtube)

Era stato condannato all’ergastolo, sia in primo grado che in Appello, con l’accusa di essere il killer – ripreso da un video – che uccise a sangue freddo con un colpo di pistola Mariano Bacioterracino nel maggio del 2009. Ma nelle scorse ore per Costanzo Apice è arrivato il verdetto di assoluzione della Cassazione, che ha accolto il ricorso dei suoi legali, Nino Marazzita e Claudio Davino, secondo i quali l’uomo che spara nel video non è il loro assistito.

Apice, in carcere per un altro omicidio, sulla base di quelle immagini venne arrestato nel novembre del 2009, per poi essere appunto condannato nei primi due gradi di giudizio. La Suprema Corte ha ora rinviato gli atti alla Corte d’Assise d’appello di Napoli per lo svolgimento di un nuovo processo. Qualora in sede di Appello dovesse venire assolto, si riaprirebbe un caso di omicidio “datato” di sei anni e che sembrava risolto.

Soddisfazione per la sentenza della Cassazione è stata espressa da uno degli avvocati di Apice, Nino Marazzita: “Sono abituato a fare processi impossibili e ancora una volta ho dimostrato che anche questi si possono ribaltare. Ero convinto della sua innocenza, anche quando nessuno mi credeva”. Le accuse al presunto killer si basano sulle testimonianze di alcuni pentiti, che l’avvocato Davino ha sempre ritenuto inattendibili.

In particolare, il collaboratore di giustizia Antonio Zaccaro sostenne: “I boss gli offrirono di farsi una plastica facciale per cambiare volto”. Secondo il pentito, l’ordine di uccidere Bacioterrracino arriva per vendicare la morte di Gennaro Moccia, ucciso in un agguato a metà degli anni Ottanta: “Bacioterracino era un superstite, aveva partecipato a quel delitto, doveva morire”.

Raccontò ancora il pentito: “Costanzo se ne andò in vacanza, in una zona vicina ad Arezzo, poi qualche giorno a mare nel Casertano. Fu proprio Costanzo Apice a raccontarmi come erano andate le cose, prima di sparire, poi quando la Procura decise di pubblicare quel video, ci furono inevitabili contraccolpi. Gli dissi di consegnarsi alla polizia, anche se Costanzo Apice era abbastanza convinto che non potevano condannarlo, perché dalle immagini – a suo dire – non era possibile risalire con certezza al suo volto. Gennaro Sacco gli propose di sottoporsi a una plastica del volto, grazie all’appoggio degli afragolesi, che avrebbero messo a disposizione un capannone”.

Il video dell’esecuzione

Saviano commenta il video dell’esecuzione

GM