
Surreale, incredibile, indecente. Sono solo alcuni degli aggettivi che vengono in mente pensando a questa storia, purtroppo non la prima nel suo genere. Antonio Pepe, un anziano di 73 anni, disabile e costretto su una sedia a rotelle è di fatto recluso in casa propria da oltre due mesi. L’ascensore del palazzo di Lecce in cui vive è rotto e nessuno lo fa aggiustare. Nonostante i vari solleciti da parte dell’uomo e di altri condomini, l’amministratore non ritiene urgente la riparazione e continua a lasciare l’ascensore guasto, infischiandosene di fatto di costringere così il disabile ad una reclusione che sta assumendo tratti disumani.
La moglie di Antonio è disperata ed è lei che si è rivolta ai media per portare l’attenzione su questa vicenda: “E’ come se stesse agli arresti domiciliari, per tutta l’estate non l’ho potuto fare uscire nemmeno una volta per fargli prendere un po’ d’aria. Abbiamo più volte chiesto in questi mesi all’amministratore del condominio di provvedere, ma inutilmente. Abbiamo chiamato i vigili del fuoco, i carabinieri, persino un’associazione che tutela i diritti del cittadino, ma nessuno ci ha dato ascolto. Eppure – conclude – siamo condomini in regola, non certo dei morosi”.
Una storia assurda, tipicamente italiana e come spesso accade in Italia probabilmente ora che si sono fatti articoli sui giornali e sevizi nei tg magicamente l’ascensore riprenderà a funzionare e come se niente fosse successo chi ha causato così tanti disagi ad un povero disabile rimarrà impunito.
F.B.