Ventimiglia: sgomberato il campo, il vescovo prova a mediare

Ventimiglia, migranti alla frontiera (VALERY HACHE/AFP/Getty Images)
Ventimiglia, migranti alla frontiera (VALERY HACHE/AFP/Getty Images)

Dodici camionette di carabinieri e polizia sono entrate in azione stamattina all’alba a Ventimiglia per sgomberare il campo No Borders, autogestito da attivisti e migranti, nel tentativo di dare dignità ai profughi in arrivo ed evitare che questi continuassero a dormire a lungo sugli scogli, come avvenuto nei primi giorni. Decine di persone presenti nel campo, ancor prima che venisse avviato lo sgombero, sono fuggiti verso la spiaggia, per evitare il fermo. Soddisfazione per l’operazione di stamattina è stata espressa dal sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, eletto col Pd: “Come chiedevamo da tempo, troppi i disagi che causava”.

Per il primo cittadino, i migranti “devono spostarsi, dove andranno lo valuterà la questura, ma questa situazione non poteva più andare avanti, capiamo le motivazione della loro protesta ma il campo era abusivo e ci vuole rispetto che è stata accogliente e ospitale”. Sul posto, intanto, starebbe per arrivare il vescovo di Ventimiglia, Antonio Suetta, come spiega Alexander, uno degli attivisti del campo: “Sta arrivando qui, ha già contattato la Prefettura e gli hanno assicurato che non useranno la forza. Vedremo… Di sicuro, il vescovo si era detto disponibile a concederci una struttura per traslocare il presidio. Se ci lasciassero passare, magari ci sposteremmo senza conseguenze per nessuno…”.

Dopo i fogli di via dei giorni scorsi, dunque, arriva lo sgombero, ma i giovani non sembrano voler desistere: “Noi resistiamo, stiamo qui sugli scogli, come alle origini, guardandoci a distanza con gli agenti”. E’ intanto impossibile, secondo i racconti degli attivisti, che altri militanti possano raggiungerli sugli scogli. Conclude Alexander: “C’era tensione nell’aria, sapevamo del rischio di uno sgombero ma non pensavamo di arrivare a questo punto”.

Nei giorni scorsi, parlando all’Onu, il presidente del Consiglio Matteo Renzi si era detto pronto ad assumere un “ruolo guida” in Libia “se il governo lo chiede”, poi aveva specificato: “Parlo a nome di un popolo generoso e responsabile che si impegna nel salvataggio di migliaia di fratelli e sorelle nel cuore del Mediterraneo”. Infine aveva rilevato che “l’Europa è nata per abbattere i muri e vedere sorgerne di nuovi è intollerabile”. Parole, quest’ultime, si infrangono sul muro innalzato da mesi alla frontiera di Ventimiglia.

GM