
E’ stato condannato a vent’anni con rito abbreviato dal gup David Monti, Riccardo Viti, l’idraulico di 55 anni che confessò di aver ucciso una rumena di 26 anni, Andrea Cristina Zamfir. Per l’assassino, la pubblica accusa aveva chiesto l’ergastolo. Secondo il pm Eligio Paolini, infatti, Viti è “un sadico sessuale”, ma anche “un lucido calcolatore”. Ha proseguito il pm: “Viti sapeva che quello che faceva era pericoloso e che gli strumenti usati potevano provocare alle vittime lesioni gravissime”. La difesa dell’uomo puntava invece sull’omicidio colposo: “Viti ha agito nella certezza che la pratica sado masochista non mettesse a rischio la vita di Andreaa”, ha affermato il legale, Francesco Stefani, in aula.
“Sono addolorato per quello che è successo e purtroppo sono responsabile di questa morte. Per questo chiedo perdono ai parenti di Andreaa” – sono state le dichiarazioni spontanee rese da Viti poco prima che venisse emessa la sentenza – “Sono desolato, sono purtroppo responsabile di questa morte, ma non ho mai avuto nemmeno l’idea di uscire di casa e uccidere una persona. Non mi sono mai sognato che quella persona potesse morire. Chiedo umilmente perdono. Sono affranto per quello che è successo”.
Il macabro ritrovamento della giovane donna avvenne a maggio dello scorso anno: la 26enne era nuda e legata a un palo, in località Ugnano, nei pressi di una strada secondaria, sotto un cavalcavia dell’Autostrada del Sole, tra Firenze e Scandicci. Il cicloamatore che aveva rinvenuto il cadavere sostenne di averla trovata legata “a braccia larghe come se fosse crocifissa”. Subito spuntò l’ipotesi di un maniaco sessuale che agiva nella zona, supportata anche da altri episodi simili raccontati da alcune donne.
GM