Accusata di omicidio e scarcerata, pesta a sangue la madre

Sangue e violenza in casa (YURI CORTEZ/AFP/Getty Images)
Sangue e violenza in casa (YURI CORTEZ/AFP/Getty Images)

“Qui dentro comando io”, queste le parole che avrebbe pronunciato Valentina Piccinonno, leccese di 32 anni, prima di pestare a sangue la madre, colpendola con calci e pugni, poi scagliandole addosso un posacenere di ceramica. L’anziana donna è stata ritrovata sul pianerottolo di casa, col volto tumefatto e sporco di sangue, dagli agenti delle forze dell’ordine, intervenuti sul posto dopo una chiamata. Trasportata al pronto soccorso del “Vito Fazzi, è stata dimessa con una prognosi di quindici giorni per contusioni multiple e infrazione delle ossa nasali. La figlia, invece, è stata arrestata per tentata estorsione e lesioni gravi.

Ciò che appare molto grave in questa vicenda è che la 32enne è ritenuta la responsabile dell’omicidio di Salvatore Maggi, gestore 74enne di una sala biliardo a Monteroni, nel Nord Salento, trovato tra gli ulivi col cranio fracassato a fine giugno. Inoltre, la Piccinonno – al momento del delitto – si trovava agli arresti domiciliari dal giugno 2014 con l’accusa di aver rapito una bambina bulgara di sei anni in un parco della cittadina del Nord Salento. Per difendersi dalle accuse, sostenne di aver reagito a Maggi “per evitare che lui mi violentasse”.

La donna, prima ancora del rinvenimento del cadavere, era stata bloccata a Lecce a bordo della Fiat Panda di proprietà della vittima, con una busta piena di vestiti pieni di sangue, il portafogli del Maggi, i suoi documenti e un blocchetto di assegni. Addosso, nascosti in un reggiseno, aveva anche alcuni oggetti d’oro, anche questi appartenenti all’uomo. Era stata quindi arrestata per omicidio volontario a scopo di rapina, ma era attualmente libera per decorrenza dei termini.

GM