Si finse madre di una bimba di cinque anni, la rapì e abusò di lei per una notte

Christina Regusters
Christina Regusters (foto Cbs)

Christina Regusters, un’educatrice 22enne che si occupa di infanzia, è stata condannata a 40 anni di prigione per aver compiuto un gesto davvero atroce: aveva indossato un niqab, il tipico abito musulmano lungo e nero che nasconde il volto e si era presentata a scuola, spacciandosi per la madre di una bimba di cinque anni, che aveva così rapito. In seguito, la bimba è stata tenuta prigioniera in casa della donna per un’intera notte, vittima di violenze e abusi, poi liberata e abbandonata in un parco giochi. I terribili fatti sono avvenuti a Philadelfia.

“È la sentenza più appropriata per far sì che quella donna non possa più nuocere a nessun altro”, ha detto Erin O’Brien, assistente procuratore distrettuale di Philadelphia, subito dopo la condanna. La giovane donna si era difesa sostenendo la tesi di aver agito soltanto per difendere la ragazzina dagli abusi di un uomo, ma a smentirla ci sarebbero diverse testimonianze che sostengono come questa nel gennaio 2013 si presentò alla Bryant Elementary School di Philadelphia, sostenendo: “Sono la mamma, porto mia figlia a fare colazione fuori”.

Il personale della scuola si insospettì non vedendo tornare la piccola, ma decise di dare l’allarme solo diverse ore dopo. Da quel momento scattarono le ricerche, ma nessuno si sognò di andare a bussare alla porta di quell’educatrice modello, che peraltro la famiglia conosceva e della quale si fidava essendosi già occupata in passato del fratellino della piccola. Da quell’esperienza la piccola ne è uscita letteralmente traumatizzata e con lesioni devastanti che hanno reso necessaria anche una colostomia.

A incastrare la donna, una serie di indizi, dal Dna ritrovato sulla maglietta indossata dalla piccola al momento del ritrovamento passando per le immagini di violenza sui bambini trovate nel suo pc, fino alla testimonianza della bimba che ricordava la presenza in casa di un pappagallo parlante, particolare che nel corso di una perquisizione domiciliare a casa dell’educatrice venne riscontrato.

GM