
Secondo alcuni osservatori ci sarebbero molti indizi che farebbero pensare ad un complotto in atto per far decadere Papa Francesco. Tra i vari eventi che farebbero parte di questo disegno il coming out di Monsignor Charamsa sarebbe solo l’ultimo degli episodi. Ma chi starebbe muovendo i fili di questo intrigo?
Secondo il sito Dagospia a capo di questo complotto ci sarebbero i cardinali più conservatori “preoccupatissimi per la visione anti-capitalista che emerge anche dall’enciclica Laudato si”. Al loro fianco si sarebbero schierati “i porporati più riformisti, indispettiti per gli stop and go di Francesco sulla famiglia e sulla morale cattolica in generale”. Insomma due poli opposti che si sarebbero uniti per concretizzare in qualche modo il loro malcontento nei confronti del Pontefice e del suo modo di gestire la Chiesa. Sempre secondo il sito internet, solitamente molto ben informato, Papa Francesco avrebbe interpretato l’uscita di Charamsa “come una manovra della lobby gay che opera in Vaticano per condizionare pesantemente il Sinodo della famiglia a cui teneva tantissimo” e per questo motivo avrebbe reagito irrigidendosi su posizioni più conservatrici di quelle che ci si poteva attendere.
Dagospia addirittura arriva a sostenere che oltre ai cardinali tradizionalisti e alla famigerata lobby gay ci sarebbero coinvolti anche i servizi segreti italiani. Infatti ci sarebbe “un alto papavero dei servizi, molto legato al Vaticano, che fa parte della lobby omo” e che avrebbe operato affinché lo scandalo Charamsa scoppiasse proprio alla vigilia del Sinodo.
Per ora si tratta di congetture anche se sappiamo che Dagospia ha le sue fonti solitamente ben informate. Quello che è certo è che il Pontificato di Papa Francesco sta assumendo sempre più proporzioni storiche e alcune sue epocali decisioni possono senza dubbio infastidire molte persone dentro e fuori dal Vaticano.
F.B.